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Il ministro Crosetto a Taranto: «Città dall’enorme potenziale. La Vespucci? Un successo in tutto il mondo»

«Penso che creare il futuro sia creare sinergia tra lo Stato, la Regione, il Comune. Quello che non serve alla Marina, quello che non serve alle forze armate, quello che non serve alla Difesa e può essere restituito alla città, deve essere riconsegnato alla città. Restituire non significa cambiare proprietario e lasciare che quello che decadeva prima continui a decadere con un altro proprietario. Quello che si restituisce deve diventare un volano potenziale di crescita ed è quello che mi auguro Taranto possa fare nei prossimi anni». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, partecipando a un evento elettorale con il candidato sindaco del centrodestra Luca Lazzàro.

Taranto, ha affermato il ministro, «ha una potenzialità enorme. Questa è una città ferita da un’industria che ha portato via molto e lasciato poco, è stata ferita anche dalla presenza militare che ha dato moltissimo ma mentre dava dall’altro toglieva perchè ci sono pezzi strappati alla città. Sono sottratti anche quando non servono più alle forze armate».

«La Difesa deve cresce attorno a Taranto e La Spezia»

Il ministro si è soffermato sugli investimenti in Difesa e Sicurezza che possono «far crescere le due realtà intorno alle quali ruota la Marina, sono Taranto e La Spezia».

Taranto, ha sottolineato Crosetto, «è un luogo dove si può crescere. Può crescere l’industria, può crescere la manodopera, può crescere il sistema industriale. E gli investimenti di cui si parla in questi giorni in Sicurezza e Difesa sono anche investimenti che hanno ritorni industriali». Per il ministro «se questo territorio si prepara ad averli c’è la possibilità di crescere, non solo di non far andar via i giovani ma di farne un fattore di crescita».

Il viaggio dell’Amerigo Vespucci, Crosetto: «Un successo in tutto il mondo»

Crosetto ha poi visitato il Villaggio IN Italia, allestito in occasione della permanenza della nave scuola “Amerigo Vespucci” della Marina militare sulla banchina del Castello Aragonese, nell’ambito del tour Mediterraneo, al termine del giro del mondo.

Il progetto, ha spiegato il ministro, «non doveva essere quello che è stato, c’era un giro del mondo programmato dalla Marina che serviva per addestrare i futuri ufficiali. Quando il capo di Stato Maggiore è venuto nel mio ufficio, ho detto: “E poi? Non possiamo non sfruttare questa opportunità, in ogni porto che toccate facciamo un Villaggio Italia“. Mi guardavano con diffidenza, anche altri colleghi ministri, ma poi si è rivelato un successo».

Crosetto ha spiegato che «abbiamo iniziato il primo villaggio a Los Angeles ed è stato una cosa pazzesca perché si è messa in moto una comunità, intanto tutta quella italiana, che è enorme nel mondo. Ma poi ci ha portato ad aver avuto in questo viaggio del Vespucci nel mondo oltre due miliardi e mezzo di visualizzazioni internazionali, di persone non italiane che non sapevano cos’era il Vespucci, non sapevano magari cos’era il made in Italy, perché il made in Italy è importante per una generazione dai quarant’anni in su». Invece, «quella da 35 anni in giù – ha rilevato il ministro – ha una diversa concezione. Non è quella del made in Italy di Armani, di Valentino, i 20enni di oggi sono cresciuti su Tiktok e hanno altri modelli. Questi per la prima volta hanno sentito parlare di made in Italy, di Italia, di Vespucci. Una cosa che doveva servire soltanto per la Marina è servita al sistema-Paese. Questo significa immaginare qualcosa di diverso – ha concluso – che non si era mai fatto».

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