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Taranto, cameriere per poco più di 19 euro al giorno: «Uno schiavo moderno»

Turni stressanti e sottopagati. La stagionalità diventa una condanna che si rinnova di anno in anno. A denunciare le condizioni di lavoro di bagnini, camerieri, personale di cucina e animatori è la Filcams Cgil Taranto, attraverso una nota diffusa dal segretario generale Daniele Simon. Franco (nome di fantasia) ha 24 anni e racconta una storia…
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Turni stressanti e sottopagati. La stagionalità diventa una condanna che si rinnova di anno in anno. A denunciare le condizioni di lavoro di bagnini, camerieri, personale di cucina e animatori è la Filcams Cgil Taranto, attraverso una nota diffusa dal segretario generale Daniele Simon.

Franco (nome di fantasia) ha 24 anni e racconta una storia come tante nel turismo tarantino. Cameriere per dieci giorni in una pizzeria del centro, ha lavorato dalle 18 alle 2 di notte, senza contratto né turni scritti, per poco più di 19 euro al giorno. A fine esperienza è stato liquidato con 195 euro. «Mi avevano promesso un contratto da 3 ore al giorno per 800 euro al mese. Ma non è stato così» racconta, spiegando che durante il servizio apparecchiava, serviva, puliva e lavava.

Poi ha scelto di dare retta alla propria dignità: Franco ha lasciato il lavoro e si è rivolto al sindacato. «La sua paga – denuncia Simon – equivale a meno di 3 euro l’ora. Dieci giorni da schiavo. È il simbolo di un settore allo sbando». Questo, però, non è un caso isolato. La Cgil raccoglie testimonianze di bagnini col sole nella pelle, animatori alloggiati in stanze senza finestre, giovani senza tutele. «In Puglia il lavoro nel turismo vale 60 euro lordi al giorno, contro i 96 della media nazionale. Questo non è sviluppo», incalza Simon.

Per puntare i riflettori ancora una volta sul tema, lunedì 8 settembre alle 18, in Piazza Castello a Taranto, arriva il Van dei Diritti, campagna nazionale itinerante della Filcams Cgil. «Un’iniziativa simbolica – spiega Simon – per dare voce a chi lavora nel turismo e vive precarietà, sfruttamento e stagioni senza fine. Senza diritti, il turismo è solo folklore senza futuro».

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