Dal 2002 al 2006 prima in C1 e poi in C2 da giocatore e poi nella stagione 2009/10 in Lega Pro come allenatore del Taranto anche se per sole sei giornate. Il tarantino Francesco Passiatore, sangue e passione rossoblù, in carriera ha avuto modo di conquistare tante soddisfazioni. Da tecnico, in piazze come Manduria, Monopoli, Sava, Sancataldese Bisceglie ed Enna, (dove attualmente allena) ha imparato a conoscere da vicino sia la Serie D, sia soprattutto il campionato di Eccellenza. Un campionato subdolo e che nasconde tante insidie, soprattutto per piazze del calibro di Taranto, prive di un’esperienza in categoria. Dopo la sconfitta patita dal Taranto a Bisceglie, Passiatore usa la sua competenza per inquadrare il non facile momento.
Passiatore, dopo avere seguito la gara di domenica, che opinione ha del Taranto?
«Il Taranto è partito in ritardo e ha costruito una rosa che va migliorata. La necessità è di avere a disposizione under in numero sufficiente per permettere una rotazione degli over. Sotto questo aspetto l’organico del Taranto non è sufficiente. Il Taranto è una squadra di prima fascia e ha bisogno di under bravi. Senza gli under adatti è difficile fare girare gli over. In questo momento bisogna assecondare le richieste dell’allenatore, che ha la responsabilità della squadra».
E come ha visto il Bisceglie?
«A mio avviso ha una rosa completa. Ogni giocatore è al suo posto così come gli under e in più ha i doppioni. Un allenatore deve avere a disposizione queste armi per vincere il campionato. È difficile fare la guerra senza armi e credo che sia un discorso oggettivo».
Che campionato sta vedendo?
«Uno molto equilibrato. Questo significa che a fare la differenza possa principalmente essere la tranquillità. Sono lontano da Taranto perché alleno ad Enna e ho sentito e letto di una Taranto in subbuglio, ma bisogna capire che per vincere sarà necessario essere pazienti».
Se la sentirebbe di fare un pronostico sulla squadra che vincerà il campionato?
«Ora è troppo presto lo si potrà dire più in là, magari a gennaio o febbraio. Nel caso del Taranto, adesso, bisogna pensare a portare avanti un progetto e un gruppo con innesti mirati. A mio avviso non servono rivoluzioni. Il Taranto, inoltre, può contare sul suo pubblico che riempie sempre lo stadio di Massafra. Poter fare affidamento sul tifo caloroso aiuta tantissimo».
Dunque vietato abbattersi?
«Certamente. Il Taranto è a soli tre punti dalla vetta e stanno tutte li. Manca la squadra capace di ammazzare il campionato. Una cosa, però, va detta: bisogna stare accanto all’allenatore e alla squadra».