Claudio Miale, una vita nel calcio sin da quando aveva 10 anni. Il centrale difensivo, classe 1982 e originario di Grottaglie, venne accolto dal settore giovanile del Taranto per poi entrare in prima squadra nella stagione 1999/2000. Nel corso della sua lunga carriera, conclusa a 38 anni, ha indossato la maglia del Brindisi, seppure per molto meno tempo rispetto a quella rossoblù. Domenica pomeriggio alle 14,30 le due squadre si sfideranno al stadio Italia di Massafra.
Miale, tra pochi giorni ci sarà lo scontro al vertice tra Taranto e Brindisi, come vede le due squadre?
«Il campionato è difficile. Ci sono diverse squadre importanti che stanno lottando per il vertice, distanziate di pochi punti. Tutte meriterebbero di partecipare a un campionato di livello superiore».
A fine stagione dove vede Taranto e Brindisi?
«Mi auguro che entrambe possano centrare i loro obiettivi, anche perché ci sono diverse strade utili per fatlo, dal campionato ai playoff sino alla Coppa Italia. Taranto avrà anche uno stadio completamente nuovo e questo sarà un vantaggio».
Nel corso della sua carriera ha conosciuto sia la piazza tarantina che brindisina, chissà quanti ricordi ed emozioni: ce ne vuole parlare?
«Sono nato e cresciuto calcisticamente a Taranto e tra settore giovanile, dal 1992 negli Esordienti, e prima squadra ho trascorso in rossoblù undici o dodici anni. Il mio cuore è rossoblù e con orgoglio ne sono stato anche il capitano, di fatto un piccolo sogno realizzato. A Brindisi ho trascorso un breve periodo durante la quale sono stato molto bene. Taranto e Brindisi sono due piazze importanti e che dovrebbero calcare altri palcoscenici, ma nel calcio non tutto va sempre per il verso giusto. Entrambe hanno dirigenze importanti e che stanno facendo un buon lavoro».
Secondo lei, perché questi due club non riescono a mantenersi costantemente nel professionismo?
«Direi che questo non sia il migliore dei periodi storici per fare grandi investimenti. La difficoltà è nella sostenibilità dei progetti, che fortunatamente in questa stagione appaiono solidi. In ogni caso sono situazioni diffuse in tutta Italia».
Ha lasciato il calcio giocato nel 2020, da capitano del Grottaglie: di cosa si occupa ora?
«Sono socio del centro sportivo Ikonic Sporting Village Monticello di Grottaglie».
Ha mai pensato di intraprendere la carriera di allenatore?
«É un passo che avrei dovuto fare tempo fa. Non mi è mai balenata l’idea di svolgere questo tipo di professione. Ho pensato a fare altro».