Il 24 novembre ha segnato l’inizio di un nuovo corso tecnico in casa Taranto, con l’affidamento della panchina a Luigi Panarelli dopo l’esonero di Ciro Danucci. A poco più di tre settimane dal cambio di guida, i numeri iniziano a restituire un primo bilancio che racconta di una squadra ancora in fase di assestamento, lontana però dai ritmi imposti dalle formazioni di vertice. Nelle cinque gare di campionato disputate sotto la gestione Panarelli, i rossoblù hanno collezionato due vittorie, due pareggi e una sconfitta, per un totale di 8 punti. Un rendimento che si colloca nella zona della continuità più che in quella di un rilancio deciso, accompagnato da 7 gol realizzati e 5 subiti, dati che fotografano un equilibrio complessivo ma non ancora pienamente consolidato.
Il percorso di Panarelli
L’esordio del nuovo tecnico è stato incoraggiante sul piano del risultato: il successo esterno per 3-2 a Taurisano ha immediatamente restituito fiducia e segnali positivi, soprattutto in termini di carattere. Il successivo pareggio a reti bianche nel derby contro il Brindisi ha invece messo in luce una squadra ordinata e compatta, ma ancora poco incisiva negli ultimi sedici metri. Il secondo successo è arrivato sul campo del Gallipoli, con uno 0-2 che ha mostrato un Taranto più concreto, capace di gestire il match senza eccessivi rischi.
Il primo vero passo falso della gestione Panarelli è maturato a Bisceglie, contro l’Unione Calcio, con la sconfitta per 2-1 che ha riacceso alcune criticità, soprattutto nella gestione dei momenti chiave della gara e nell’approccio alla stessa: i rossoblù sono apparsi scarichi nei primi sessanta minuti di gioco, salvo poi una reazione nella ripresa che non è bastata per pareggiare almeno i conti. L’ultimo incontro, l’1-1 casalingo contro la Nuova Spinazzola, ha lasciato invece strascichi soprattutto sul piano ambientale: il pareggio contro una formazione di bassa classifica ha acceso la contestazione del pubblico, segnale di un clima che resta esigente e impaziente di vedere un cambio di passo.
Il bilancio complessivo del lavoro di Panarelli racconta dunque di un Taranto in costruzione, nonostante sia stato stravolto nel mercato, solido a tratti ma ancora distante dalla continuità necessaria per avvicinarsi alle posizioni di vertice. Le prossime settimane diranno se questi segnali di equilibrio sapranno trasformarsi in una crescita più netta, capace di riconciliare risultati, prestazioni e ambiente.








