Alessandro Labianca è una delle note più fresche e interessanti del Taranto. Diciotto anni, entusiasmo contagioso e una personalità che cresce partita dopo partita, l’attaccante sta conquistando fiducia grazie a prestazioni in costante miglioramento. Lo confermano le sue stesse parole, semplici ma sincere: «Col Brindisi è stata una partita tosta. Abbiamo fatto un’ottima prestazione, anche chi è entrato ha dato una grande mano. È mancato solo il gol». Un rammarico che non cancella, però, la convinzione maturata nel gruppo: «Non siamo inferiori a nessuno. Per me siamo i più forti». Il carattere non gli manca. In campo Labianca si è fatto notare per aggressività e coraggio, qualità che difende con orgoglio: «Sono sempre un ragazzo determinato. Voglio dare il massimo in ogni momento, soprattutto per questa maglia».
L’avventura
Ed è proprio il rapporto con la città che lo sta accompagnando nel suo processo di crescita: «La maglia del Taranto la sento molto. Darò sempre tutto per questi colori». Arrivato in rossoblù nel corso della stagione, il giovane attaccante ha dovuto affrontare un periodo di adattamento. Non la pressione, come spesso accade ai ragazzi della sua età, ma un aspetto più tecnico: «Non ho sofferto la maglia – afferma ai microfoni di Grb – la difficoltà era il ruolo: mi sono trovato a fare una posizione che avevo interpretato raramente, giocando come esterno destro. Dovevo prenderci la mano. Adesso, però, va molto meglio». Oggi Labianca appare più sicuro, fluido nelle giocate e coraggioso nel tentare il dribbling.
Le armi migliori
Cresciuto nel settore giovanile del Bari e poi passato all’Andria, ha sempre mostrato duttilità e capacità di leggere le situazioni offensive. «Mi piace giocare esterno sinistro, ma dove c’è bisogno io ci sono. Il numero non mi interessa: l’importante è giocare». Il gol non è ancora arrivato, ma non rappresenta un motivo di ansia. Labianca ha sempre avuto confidenza con la porta: «In passato ho segnato abbastanza. Quest’anno ho avuto pochi minuti, soprattutto ad Andria, ma mi sto mettendo in moto». Un approccio maturo, che ben si sposa con la sua umiltà: «Non sono io a dovermi giudicare. Sono gli altri a farlo. Io posso dare solo quello che ho». Il numero 90 rossoblù tranquillizza anche i tifosi sulle sue condizioni: «Avevo accusato un dolore al braccio al termine della gara, ma ora va meglio». E sul Gallipoli: «Ci aspetta un’altra battaglia – chiude -ma proveremo a portare a casa i tre punti, come sempre».









