Danilo Pagni ha appena assunto la carica di direttore sportivo del Taranto. Un ritorno il suo, a distanza di 15 anni. Correva la stagione 2009 quando conobbe la realtà rossoblù rimanendone affascinato. Tanto che ora dice: «Sono estremamente felice. A casa mia, oggi, è festa». Esordisce così il nuovo ds, visibilmente emozionato per l’inizio della sua nuova avventura. Un ritorno fortemente voluto, che affonda le radici in un legame profondo con la città e i suoi colori: «C’è un legame che va al di là di ogni cosa».
Pagni racconta di non aver ancora incontrato la squadra, ma di avere già iniziato un percorso di studio e preparazione: «È da un mese che interagisco con i Ladisa e ci siamo presi qualche caffè. Nel frattempo – continua – ho analizzato il campionato e l’andamento della squadra. Ho un’idea chiara: bisogna solo lavorare. Conosco una sola medicina: il lavoro che ci darà la giusta fame e ambizione».
Pagni fotografa anche il girone: «Il campionato è salito di livello. Non c’è una squadra che ammazzi il torneo, ma ci sono tre o quattro formazioni che possono spuntarla alla fine. Bisogna stare attenti contro tutti, vince chi è più furbo, più scaltro e più esperto. Bisogna mettersi alla pari di tutti». Sul futuro societario e sulle prime mosse è netto: «Prima vengono il tecnico e lo staff, poi parleremo del resto. Devo conoscere – prosegue – ogni dettaglio, ogni centimetro del club, i dipendenti e la squadra. Dopo sarà il momento del mercato, sempre confrontandomi con il nuovo allenatore».
Non manca un ringraziamento a chi lo ha voluto fortemente: «Mi sono subito sentito desiderato dalla famiglia Ladisa. Ho conosciuto Camicia e Bitetto e ho avvertito attorno a me una grande accoglienza. Mi sono sentito subito in famiglia. Taranto per me, non è piaggeria, è qualcosa di speciale».
Infine, un ultimo messaggio: «Dobbiamo risalire – conclude – dove il Taranto manca da tanti anni, insieme. La parola giusta è: insieme».