Nello splendido successo del Taranto contro il Canosa, un nome ha brillato più di tutti: Boze Vukoja. Il centrocampista bosniaco ha offerto una prestazione da leader tecnico e tattico, guidando i rossoblù con lucidità, personalità e una qualità di gioco che ha fatto la differenza.
Il motore della squadra
È stato lui il vero motore della squadra di mister Danucci, capace di dettare i tempi, dare ordine alla manovra e trasmettere calma nei momenti più delicati del match. Dopo un inizio di stagione altalenante, Vukoja sembra finalmente aver trovato la sua collocazione ideale. Schierato in posizione più arretrata rispetto al recente passato, ha potuto giocare fronte alla porta, leggere meglio le situazioni e sfruttare al massimo la sua visione di gioco. Con più campo davanti, ha mostrato tutta la sua intelligenza calcistica, alternando verticalizzazioni precise a giocate semplici ma efficaci, diventando punto di riferimento costante per i compagni.
Equilibrio e qualità
La sua partita è stata un concentrato di equilibrio e qualità: mai una scelta affrettata, sempre la giocata giusta al momento giusto. E quando serviva, anche personalità e presenza fisica in mezzo al campo. Non è un caso che gran parte delle giocate del primo tempo del Taranto, dominato per intensità e ritmo, siano passate dai suoi piedi. Probabilmente, oltre alla nuova posizione, incide anche una migliore integrazione nel gruppo e nella realtà italiana: Vukoja appare più sereno, più inserito nei meccanismi della squadra e consapevole del proprio ruolo centrale nel progetto tecnico rossoblù. Per Danucci, il bosniaco con passaporto croato può diventare l’arma in più per dare continuità ai risultati e solidità al gioco. Il Taranto, in attesa del pieno recupero di Di Paolantonio e del ritorno a pieno ritmo di Etchegoyen, ha il suo faro in mezzo al campo: Boze Vukoja, cervello e cuore di una squadra che vuole continuare a crescere. Se i rossoblù hanno ritrovato ritmo e fiducia, buona parte del merito è proprio del numero 77.










