Il mancato tesseramento di Lamin Jallow ha portato la società del Taranto a presentare ricorso al Tribunale Federale Nazionale. A spiegare le ragioni del club rossoblù è l’avvocato Mattia Grassani, noto esperto di diritto sportivo, incaricato di redigere e discutere la pratica. «Personalmente non credo che il Taranto, e per esso i suoi dirigenti, abbiano commesso alcun errore – dichiara Grassani alla Testata Giornalistica GiornaleRossoblù.it – la normativa sui calciatori extracomunitari è cambiata più volte in tempi brevi, risultando complessa e suscettibile di diverse interpretazioni».
La spiegazione del legale
Il legale sottolinea come la società abbia sempre operato con professionalità, trasparenza e buona fede, senza incidere sulla regolarità delle competizioni. Non appena emersa la posizione della Figc, il Taranto ha interrotto il rapporto con Desjardins dopo poche ore dal tesseramento, impedendo all’ex portiere di svolgere attività ufficiale con la squadra. Il nodo della questione riguarda la distinzione normativa tra calciatore extracomunitario “proveniente” dall’estero, ovvero tesserato nella stagione precedente per un club straniero, e calciatore “provenuto” dall’estero, già presente in Italia e tesserato Figc. «Jallow rientra in quest’ultima categoria – spiega Grassani – e quindi non deve essere considerato ai fini del cumulo degli extracomunitari». Il ricorso punta su questa interpretazione alternativa e sulla buona fede della società, che ha sempre mantenuto in organico al massimo due calciatori extracomunitari. Sebbene non vi siano precedenti simili in ambito federale, saranno richiamati alcuni principi della giurisprudenza del Tas di Losanna, utili a chiarire l’interpretazione della norma. L’udienza di trattazione è fissata per il 9 ottobre davanti al Tribunale Federale Nazionale – Sezione Tesseramenti, data in cui sarà reso noto il verdetto di primo grado. c.c.