Dieci gol, sette in Coppa Italia e tre in campionato, prima a Canosa e poi a Taranto. Si potrebbe tranquillamente affermare che sia la stagione del centravanti Pablo Aguilera. Quando lo spagnolo tocca la palla assume le sembianze di un moderno Re Mida, che tramuta tutto o quasi in oro, il più prezioso del metalli. Con la sua ex squadra non ha trovato alcuna continuità (appena tre presenze in campionato e due in Coppa) perché chiuso da Di Piazza.
Con i nuovi colori d’adozione sta raccogliendo le soddisfazioni che avrebbe meritato. In due partite nel Taranto, una di Coppa Italia e una di campionato, ha messo a referto altrettante reti e un passaggio vincente. Un inizio così buono era ciò che si auguravano i tifosi. Aguilera, non solo con i gol, ha accontentato tutti: società, allenatore e sostenitori ionici, segnando ieri pomeriggio il più classico del gol dell’ex al Canosa.
La rivincita dell’ex
Di fatto una marcatura di pregevolissima fattura, che ha fatto esplodere lo stadio Italia di Massafra. Sulla palla di Christian Hadziosmanovic, oramai specializzato in assist vincenti, ha preso la mira e da consumato attaccante ha battuto Massari con un diagonale di rara precisione. Quasi fosse un forte colpo di biliardo sul quale l’estremo difensore nulla ha potuto. L’angolo di battuta era molto stretto, eppure ha calibrato alla perfezione la curvatura del piede destro, dal quale è partito un leggero interno destro di rara precisione.
L’esultanza del giocatore è stata liberatoria a braccia aperte. Segno che abbia naturalmente gradito la fiducia ricevuta dal tecnico Ciro Danucci, che l’ha immediatamente preso in considerazione. Subito dopo il vantaggio, del 33’ del primo tempo, ha propiziato poco dopo il raddoppio, lanciandosi su una palla che sembrava destinata oltre la linea di fondo. Un pallone che sarebbe stato riportato in gioco con una semplice rimessa. Al contrario, di testa, ha creduto nella possibilità di poter creare un pericolo e prima che l’azione morisse ha servito Losavio.
Il compagno, nei pressi del primo palo, si è quasi inginocchiato pur di arrivare alla vincente deviazione aerea. Con Francesco Losavio ha messo in mostra un’intesa molto interessante, che non può che crescere a dismisura, partita dopo partita. Certe cose non accadono per caso, ma solo se si tratta di giocatori dotati di personalità e che si mettono al servizio della squadra, dei compagni e del tecnico. È evidente che Ciro Danucci abbia gradito.
Personalità e qualità
Con le sue lunghe leve, l’ex Bisceglie e Galatina (la squadra che l’ha portato in Italia dalla natia Spagna) ha inseguito qualunque pallone vagante. Un’attitudine a cui, univocamente, ha dato sfogo sia nei sedici metri avversari come nella metà campo altrui e propria. Ha agito come il primo dei difensori e sovente ha chiuso in fallo laterale i rinvii dei canosini. La prestazione del 31enne è stata molto generosa. Gli applausi ricevuti durante i novanta minuti sono la migliore delle attestazioni. Così come gli abbracci dei compagni.