Taranto, bocciata la Biennale di arte: niente fondi per la transizione. Turco: «Occasione persa»

«Si apprende con grande amarezza e delusione che l’autorità di gestione del programma nazionale del Just Transition Fund ha chiesto alla Regione Puglia di correggere il piano esecutivo per l’area di Taranto, stoppando la Biennale del Mediterraneo di Arte e Architettura proposta dal Comune di Taranto insieme ad altri progetti. Un’occasione persa», dice il senatore del M5s Mario Turco.

La Biennale risulta, di fatto, inidonea alle coperture del fondo (circa 800 milioni), poiché non vi è stata, ad oggi, costituzione di alcuna fondazione, ma «solo tanti buoni propositi e annunci del Comune di cui siamo ormai abituati ad osservare la parabola discendente che si risolve, troppo spesso, in un nulla di fatto», commenta Turco.

I tempi di realizzazione iniziano davvero a stringere, poiché la maggior parte delle risorse va impiegata entro il 2026, nonostante i partner istituzionali abbiano chiesto una proroga per sfruttare le risorse. «Le intercettammo col governo Conte II per favorire la “transizione giusta” in aree particolarmente critiche del Paese, dove la sostenibilità ambientale appare ancora una chimera e perdere quest’ennesima occasione portata sul territorio dal M5S è davvero un altro schiaffo in faccia ai cittadini del Tarantino», dice Turco.

Gli altri progetti

Per Turco, «questo è il risultato di mesi in cui l’amministrazione comunale, invece di pensare a portare avanti i progetti e a realizzarli, ha preferito dedicarsi a rimpasti di Giunta, revoche di incarichi e questioni lontane dalle esigenze della città. Adesso chiediamo chiarimenti, nella speranza di poter recuperare questo e altri importanti progetti, come il Tecnopolo del Mediterraneo, riposto in soffitta dal governo Meloni, che ho personalmente concorso a portare in città quando ho avuto l’opportunità di ricoprire la carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla Programmazione Economica e agli Investimenti. Il tempo delle scuse è, ormai, finito», conclude Turco.

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