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Taranto, ballottaggio tra i Due Mari: nodo Tacente nel centrodestra

Taranto e le sue amministrative potrebbero essere l’epicentro della tempesta perfetta nella maggioranza di governo. Il ground zero di una guerra fredda e silenziosa che si consumerebbe, tra detti e non detti, tra Fratelli d’Italia e Lega. I prossimi giorni saranno fondamentali per tastare il polso dei rapporti tra meloniani e salviniani e capire se…
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Taranto e le sue amministrative potrebbero essere l’epicentro della tempesta perfetta nella maggioranza di governo. Il ground zero di una guerra fredda e silenziosa che si consumerebbe, tra detti e non detti, tra Fratelli d’Italia e Lega. I prossimi giorni saranno fondamentali per tastare il polso dei rapporti tra meloniani e salviniani e capire se la tempesta finirà in un bicchier d’acqua. Nella città dei Due Mari, il centrodestra assente al governo da un ventennio è stato capace di fare harakiri andando diviso al primo turno.

Risultato: il candidato ufficiale di FdI, FI, Noi Moderati e Pli, Luca Lazzàro, ex presidente di Confagricoltura Puglia, s’è fermato al 20% e al ballottaggio contro Piero Bitetti del centrosinistra (37%), è andato Francesco Tacente (26%), sostenuto da una coalizione di ispirazione civica molto eterogenea, dove hanno trovato casa Riformisti e Socialisti insieme a Lega, ma soprattutto tanti ex amministratori e sostenitori della maggioranza del sindaco Rinaldo Melucci, defenestrato a metà febbraio scorso.

L’alleanza (im)possibile

Entro questa settimana bisognerà ufficializzare gli apparentamenti per il ballottaggio. Tra i partiti, ora si discute del potenziale sostegno a Tacente al secondo turno dell’8 e 9 giugno ma in città, tra i militanti, ci sono parecchi mal di pancia e addirittura c’è chi minaccia di strappare la tessera del partito di Meloni. Mentre il vicesegretario della Lega Claudio Durigon spera «di allargare la coalizione anche a FdI e Forza Italia per portare Taranto finalmente nel centrodestra», il coordinatore cittadino di FdI Gianluca Mongelli su queste colonne ha già chiaramente spiegato che l’alleanza sarebbe irrispettosa dell’elettorato.

Impensabile, insomma, un’ipotesi di governo cittadino con gli ex “melucciani”, che per anni il centrodestra ha contrastato fino alle dimissioni dei suoi consiglieri che per spodestare Melucci. Insomma l’unica scelta sensata sarebbe l’opposizione, senza dare indicazioni di voto. La politica, tuttavia, è l’arte dell’impossibile e l’impressione è che le decisioni non verranno prese a Taranto. La materia è assai delicata: in ballo ci sono non solo le comunali, dove ormai il centrodestra si è spaccato (con Tacente non è andata solo la Lega, sotto mentite spoglie con la lista “Prima Taranto” ma anche l’Udc di Lorenzo Cesa) ma bisogna ancora trovare la quadra sul candidato presidente alle prossime regionali.

A Taranto, poi, la Lega ha proposto alla presidenza dell’autorità portuale l’ex presidente della Provincia di centrodestra Giovanni Gugliotti, che dovrà convincere le istituzioni della sua preparazione, dopo la gaffe in Senato, dove per descrivere le sue esperienze in tema di trasporti, ha affermato di avere la patente nautica da vent’anni.

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