Nonostante la petroliera Seasalvia sia salpata ieri dal porto di Taranto con un carico di 30mila tonnellate di greggio destinato – secondo sindacati e associazioni – all’aviazione israeliana, l’Unione sindacale di base (Usb) ha tenuto comunque il sit-in davanti alla raffineria Eni del capoluogo ionico. L’imbarcazione è diretta ufficialmente in Egitto.
La protesta è scattata prima dell’alba con un gruppo di attivisti che ha bloccato i varchi di accesso alle portinerie, in particolare quello destinato alle autobotti.
«Taranto non è e non sarà complice del genocidio del popolo palestinese», si legge nella nota diffusa dall’Usb, che ha ribadito l’intenzione di proseguire la mobilitazione davanti agli impianti.
Hanno aderito al presidio anche altre associazioni, tra cui coordinamento Grottaglie per la Palestina e associazione Babele. Sul posto anche i consiglieri comunali Luca Contrario (Pd) e Antonio Lenti (Europa Verde/Avs).