Dopo che il Consiglio comunale ha votato all’unanimità una mozione con cui si chiede che l’aeroporto “Marcello Arlotta” di Grottaglie sia finalmente adibito anche a voli passeggeri, gli animi dei tarantini tornano a scaldarsi. Nei piani attuali, lo scalo grottagliese, pur avendo tutte le carte in regola, è fuori dai giochi delle rotte commerciali e turistiche, destinato a diventare centro di eccellenza per la ricerca dei voli di droni senza pilota e base logistica per i voli suborbitali dell’americana Virgin Galactic.
La struttura, tuttavia, con i suoi 3200 metri di pista e gli ambienti in fase di ristrutturazione, si presterebbe anche ad ospitare i voli civili di medio e lungo raggio. Da tempo sul fronte sono schierate associazioni e comitati nati proprio sull’onda dell’entusiasmo. «Il voto in Consiglio comunale è il segno che la comunità politica sa unirsi quando si tratta di difendere gli interessi del nostro territorio», commenta il presidente del Consiglio comunale Gianni Liviano.
La battaglia
Al coro di richieste che di nuovo si alza verso il governo si unisce Casartigiani, che, alla luce del «momento di unità fondamentale per il rilancio infrastrutturale ed economico dell’area», chiede di passare subito ai fatti.
«Quella struttura – dicono dall’associazione – può essere un vero volano di sviluppo per il territorio, oggi segnato da diverse vertenze nei settori industriale, artigianale e commerciale. Un aeroporto operativo per i voli civili significherebbe ridurre i tempi di trasferta, attrarre nuovi investimenti e aumentare la competitività delle imprese locali. Maggiore connettività darebbe impulso al turismo, all’export e alla logistica, generando ricadute positive sull’intera economia provinciale». Per questo il segretario generale di Casartigiani Stefano Castronuovo invita Regione e ministero dei Trasporti a rispondere positivamente al grido d’allarme che forte si leva dal territorio.
Il dibattito politico
Per l’ex candidato sindaco del centrodestra, ora consigliere comunale a Taranto Francesco Tacente, «questa è la battaglia di dignità di una comunità che chiede solo di poter competere ad armi pari con il resto della Puglia e del Paese». Per Tacente, non si tratta solo di un’infrastruttura, quanto piuttosto del «sacrosanto diritto del territorio quello tarantino a essere finalmente connesso, riconosciuto e valorizzato, perché Taranto non può più restare ai margini dello sviluppo regionale».
Il consigliere sostiene che «per troppo tempo le grandi scelte infrastrutturali si sono concentrate sul versante adriatico, lasciando il nostro territorio in una condizione di isolamento che non è più tollerabile. A Taranto batte un cuore industriale, universitario, portuale e produttivo che merita rispetto e opportunità. E dopo investimenti milionari in opere, terminal, progetti di ricerca e innovazione ora ci si aspetta di vedere i voli civili decollare da quella struttura», conclude Tacente.