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Ambiente e Sostenibilità Taranto

Statte, il polo di rifiuti speciali che nessuno vuole. Enti e associazioni minacciano azioni legali

Il sindaco di Statte e l’associazione “Articolo 32” dicono no alla realizzazione del polo impiantistico multifunzionale di rifiuti speciali. «Il nostro è un territorio già tartassato dall’inquinamento, aggravare ancora di più la situazione non ci sembra affatto opportuno», è lo sfogo di Fabio Spada, sindaco di Statte che attacca anche la politica. «Bisogna cambiare il modo di fare politica. I Comuni non possono e non devono solo subire decisioni».

La questione è complessa: la Provincia di Taranto pur imponendo una serie di vincoli e obblighi di monitoraggio, e nonostante il parere negativo del Comune di Statte, del Comune di Taranto e le preoccupazioni espresse dall’Arpa in un lungo parere, ha concluso che l’iter intrapreso da Italcave potesse portare all’autorizzazione definitiva, seppur con diverse prescrizioni. «Non si deve – prosegue Spada – far calare la decisione sulla testa di ignari e impotenti cittadini già vessati da altre forme di inquinamento. Su queste decisioni di importanza vitale ritengo che sia necessario, oltre che doveroso, lavorare in squadra e ascoltare il parare di chi in quel territorio ci vive».

I dubbi

Spada si domanda: «Cosa si farà in questa discarica? Che tipo di rifiuti verranno conferiti? Aggraveranno ancor di più l’esposizione a malattie? A queste domande servono risposte che al momento non sono ancora pervenute, nonostante il parare negativo del Comune di Statte e di Arpa». Aggiungere – continua – «fonti inquinanti ad altre già presenti, ci preoccupa e desta allarmismi nella popolazione. Tuttavia, non resteremo fermi. Già da oggi riprendiamo il nostro lavoro leggendo attentamente le carte per capire meglio cosa ci attende».

L’associazione civica

Decisamente contraria all’autorizzazione rilasciata alla discarica Italcave è l’associazione “Articolo 32” di Statte, formata prevalentemente da persone che abitano a ridosso della discarica e che si dicono preoccupate: «Le discariche deturpano il patrimonio ambientale e mettono in serio pericolo la salute dei cittadini», lamenta Aldo Maria Fasanella. Che mette anche in chiaro: «Da quanto dichiarato dai tecnici nella relazione allegata alla richiesta di autorizzazione, c’è scritto che i nuovi conferimenti non hanno ripercussioni sull’ambiente, ma a nostro parere aggiungere rifiuti speciali – seppur non pericolosi, cosa da verificare – significa andare a caricare un territorio già pesantemente vessato da industrie e discariche». Siamo contrari, continua, «anche al sopralzo di otto metri che, al momento, non è stato ancora autorizzato. La zona in cui viviamo è stata dichiarata zona di sacrificio nazionale e non siamo più disposti ad affrontare altri sacrifici in termini di malattie». L’associazione, annuncia Fasanella, agirà per via giudiziaria: «Procederemo per le vie legali e faremo divulgazione affinché tutta la popolazione venga informata su ciò che ancora una volta ci vogliono propinare».

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