Stabilimento Leonardo a Grottaglie, l’ad rassicura i sindacati: «Nessuna vendita»

Dopo le preoccupazioni, che hanno spinto perfino il governatore della Puglia Michele Emiliano a scrivere al ministro delle Imprese Adolfo Urso, l’ad di Leonardo Roberto Congolani ieri a Roma ha rassicurato i sindacati metalmeccanici (Fim, Fiom e Uilm) ed escluso categoricamente ogni ipotesi di scorporo della divisione Aerostrutture a fini di cessione.

L’ad ha spiegato l’esigenza di avviare, al più presto, un nuovo piano di rilancio della divisione, «al fine di individuare nuove opportunità di business funzionali all’integrazione della produzione, da realizzarsi anche attraverso la ricerca di eventuali alleanze strategiche, anche a livello internazionale, con l’obiettivo di rafforzare la valorizzazione delle competenze qualificate, la salvaguardia dei livelli occupazionali nel medio-lungo periodo e la presenza industriale nel Mezzogiorno».

Su richiesta dei sindacati, l’azienda ha ribadito l’impegno ad illustrare tempestivamente i contenuti del piano di rilancio. Oggi a mezzogiorno l’incontro sulla cassa integrazione chiesta fino a febbraio per quasi mille addetti.

Le reazioni

«Abbiamo ripristinato la verità, abbiamo ripristinato una condizione anche con le dichiarazioni dell’amministratore delegato e cioè che le Aerostrutture non vanno né cedute, né scorporate», ha detto subito dopo l’incontro il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. Alla divisione fanno capo gli stabilimenti meridionali di Grottaglie, Foggia, Pomigliano D’Arco e Nola.

«Ovviamente questo non significa che abbiamo risolto il problema delle Aerostrutture», ha aggiunto Palombella. «Abbiamo chiesto che ci siano impegni precisi affinché ci siano investimenti e torni il lavoro, che ci sia il lavoro in Aerostrutture e soprattutto nello stabilimento di Grottaglie che è quello che soffre di più rispetto agli altri. Su questo ci sarà un confronto nei prossimi giorni anche con le strutture territoriali in grado di poter avere l’occupazione».

I nodi da sciogliere

Secondo Palombella il problema resta la monocommittenza di Boeing. «Avere uno stabilimento del genere fermo è un delitto nei confronti dei lavoratori e degli investimenti realizzati». Per la Uilm è necessario allargare i partner proprio per avere più prodotti che siano in grado di saturare tutta la forza lavoro.

«Di positivo c’è che l’azienda ha confermato che non ci sarà nessuna operazione di vendita, né una cessione delle attività di Aerostrutture al Sud», commenta Simone Marinelli della Fiom Cgil. Per Fiom servono fondi pubblici, collaborazione col governo e investimenti sul civile per usare sempre meno gli ammortizzatori sociali.

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