Tornano a protestare gli autotrasportatori dell’indotto siderurgico per i mancati pagamenti. Quelli aderenti a Casartigiani-Taranto sono in stato di agitazione e martedì 2 gennaio, davanti alla portineria C, l’area da cui entrano i Tir nel siderurgico, terranno una conferenza stampa con assemblea pubblica.
A preoccupare gli operatori dell’autotrasporto sono i continui nulla di fatto alle assemblee del Consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia, che si sono susseguite negli ultimi giorni a Milano. L’incertezza sul futuro dello stabilimento, della sua guida, il mancato accordo tra il socio di maggioranza ArcelorMittal e il socio pubblico minoritario, lo Stato italiano per mezzo di Invitalia, ora rimandato all’8 gennaio, uniti ai ritardi nei pagamenti creano allarme.
Gli autotrasportatori di Casartigiani Taranto sono molto critici perché la situazione sta andando oltre i limiti della sopportazione. Il coordinatore di Casartigiani Puglia Stefano Castronuovo si dichiara preoccupato per lo stato economico in cui versa l’indotto e per le ricadute che si stanno determinando sul territorio: «Lo stato di agitazione – dice Castronuovo – degli imprenditori dell’indotto è ormai incontrollabile, è come una bomba a orologeria pronta a esplodere senza preavviso. Auspichiamo che tra qualche giorno gli autotrasportatori possano ricevere i compensi spettanti da Acciaierie d’Italia, diversamente verranno assunte nuove iniziative autonome di protesta mosse dall’esasperazione che ormai è giunta al limite».
Giacinto Fallone, rappresentante degli autotrasportatori di Casartigiani Taranto, specifica che l’intento dell’assemblea è denunciare la mancanza dei pagamenti: «non si può lavorare gratis oppure essere pagati a intermittenza. Rivendichiamo rispetto per il nostro territorio così come il pagamento immediato delle fatture scadute».