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Rimborsopoli a Taranto, il tribunale assolve tutti: si riaprono i giochi nel centrosinistra in vista delle Comunali

Tutti assolti, perché il fatto non sussiste, i quattro ex consiglieri comunali finiti a processo con tre datori di lavoro per truffa aggravata ai danni del Comune di Taranto. La sentenza Ieri la giudice Costanza Chiantini ha pronunciato la sentenza di assoluzione per l'ex presidente del Consiglio comunale Piero Bitetti e gli ex consiglieri Carmela…
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Tutti assolti, perché il fatto non sussiste, i quattro ex consiglieri comunali finiti a processo con tre datori di lavoro per truffa aggravata ai danni del Comune di Taranto.

La sentenza

Ieri la giudice Costanza Chiantini ha pronunciato la sentenza di assoluzione per l’ex presidente del Consiglio comunale Piero Bitetti e gli ex consiglieri Carmela Casula, Emidio Albani e Floriana De Gennaro, stabilendo anche la restituzione delle somme sequestrate durante l’inchiesta della guardia di finanza. Semaforo verde, quindi, per Bitetti, dato dai più tra i papabili candidati sindaco per il centrosinistra, dopo essere stato sbalzato dalla poltrona di presidenza per una manovra di palazzo che ha di fatto premiato Luigi Abbate.

Il processo

Gli imputati erano accusati di aver ottenuto indebitamente rimborsi da parte del Comune per le assenze sul posto di lavoro dovute all’attività consiliare, in alcuni casi simulando di aver avuto un contratto di lavoro e in altri facendo risultare uno stipendio maggiore del reale. Un’indagine della guardia di finanza, quella sulla consiliatura eletta a giugno 2017, che ha preso il via dall’inchiesta sul precedente Consiglio. La prima «Rimborsopoli» aveva già portato a processo altri 5 ex consiglieri.

Cosa dice la legge

Per legge le assenze di un lavoratore dipendente dovute all’esercizio delle funzioni di componente del Consiglio comunale sono rimborsate dall’ente civico. Per la finanza erano fittizie le assunzioni di De Gennaro e Bitetti in aziende di famiglia e sospette le promozioni di Carmen Casula ed il livello retributivo di Albani, assunto in uno studio professionale. Al termine delle indagini sotto chiave sono finiti 255mila euro, la somma che si riteneva illecitamente rimborsata. Dopo l’audizione di testimoni e consulenti, la difesa (gli avvocati Fabio Alabrese, Andrea Digiacomo, Ciro Buccoliero, Luca Balistreri, Giuseppe Sernia, Gaetano Vitale e Daniele D’Elia) ha dimostrato la liceità dei contratti e dei rimborsi , facendo cadere l’accusa di truffa.

L’Ente

Il Comune di Taranto si era costituito parte civile, chiedendo 300mila euro: 255 per le somme che si ritenevano ottenute illecitamente e 45mila per il danno di immagine. La pm Maria Grazia Anastasia aveva chiesto condanne dai due ai due anni e otto mesi di reclusione. Il nome di Bitetti, con quello della numero 2 del Pd Francesca Viggiano, dell’ex assessore Mattia Giorno, dell’ex consigliere Gianni Liviano, circola negli ambienti di centrosinistra per i papabili candidati a sindaco. E proprio la sentenza di ieri era ritenuta uno spartiacque per stabilire se Bitetti sarebbe stato della partita politica per le imminenti amministrative. «Certamente ora sono in campo. Mi siederò ai tavoli delle trattative e vediamo che succede» dice Bitetti all’uscita dall’aula, senza nascondere l’emozione. «È un grande sollievo dopo un’esperienza forte e importante. Trovo difficoltà a trovare le parole ma posso dire che nel corso delle udienze, testimonianza dopo testimonianza, ho avuto sempre più fiducia nella giustizia e nella magistratura».

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