Categorie
Libri Sport Taranto

Quando la squadra di calcio diventò città, il Taranto degli anni Settanta secondo Frascella

Non sempre una stagione di calcio finisce in un palmarès. A volte resta, molto più a lungo, nella memoria di una città. Succede quando una squadra diventa specchio di un tempo, di un modo di stare insieme, di un sentimento collettivo che va oltre il risultato. È da qui che parte Cimpiel Biondi Colletta. Taranto e il calcio, romanzo di una stagione, il nuovo libro di Claudio Frascella, appena uscito per Editrice Scorpione con la prefazione di Luigi Ferrajolo. Un libro che non racconta soltanto un campionato, ma un’età della vita e un’idea di calcio oggi quasi scomparsa.

Nella Taranto dei Settanta

Ambientato nella Taranto dei primi Anni Settanta, il volume ripercorre la stagione 1972-73 del Taranto in Serie B, vissuta fino all’ultimo respiro, tra speranze, paure e un finale che vale una salvezza. A guidare il lettore non è lo sguardo del cronista, ma quello di un ragazzino che il calcio lo vive da vicino: raccattapalle, presenza fissa a bordo campo, frequentatore degli spogliatoi. È dentro il gioco senza giocarci davvero, ascolta frasi rubate, osserva allenamenti, soffre e gioisce con i suoi idoli.

Dal Salinella alla domenica come rito collettivo, la squadra del cuore diventa il centro di un mondo. Quel ragazzino è lo stesso autore, testimone diretto di una stagione entrata nel cuore dei tifosi. Frascella restituisce volti, dialoghi, gesti minimi e atmosfere con un tono che privilegia l’emozione alla ricostruzione pedissequa.

Il calcio fuori dal campo

«Scrivere o tentare di scrivere un libro è un esercizio impegnativo – racconta – ammesso che alla fine l’opera possa essere considerata una prova soddisfacente. I protagonisti non sono solo osservati, raccontati, qui parlano, con tanto di esclamazioni, virgolettati». È una dichiarazione di metodo: il calcio, qui, vive anche fuori dal campo, nelle relazioni, nei caratteri, nei piccoli conflitti e nelle complicità. Non a caso Frascella precisa che Cimpiel Biondi Colletta «non è una cronaca, ma un racconto; non è un documento puntuale, ma un romanzo».

La memoria, dopo più di cinquant’anni, non può che essere selettiva, emotiva, talvolta imprecisa nei dettagli, ma autentica nel sentimento. Poco importa stabilire se un gesto fosse destro o sinistro: conta l’atmosfera, il vissuto, l’eco di quelle domeniche. La squadra raccontata diventa così una formazione mitica, una personale «Sarti, Burgnich, Facchetti», non per vincere trofei internazionali, ma per difendere una categoria e dare senso a un’intera città.

L’epica della provincia

Il libro si muove su un doppio binario: da un lato l’epica di provincia, dall’altro lo sguardo ingenuo e rispettoso di un ragazzo di dodici o tredici anni, considerato dai calciatori un portafortuna. «È un romanzo trasversale, fatto di buoni sentimenti e tre generazioni», spiega l’autore. I nomi, reali o evocativi, non sono mai fine a se stessi: «Non è il racconto di personaggi e interpreti, ma un mondo».

Un mondo che potrebbe esistere altrove, ma che trova in Taranto la sua radice più autentica. Il riferimento al teatro di Eduardo, evocato dallo stesso Frascella, chiarisce il senso dell’operazione: come Filumena Marturano, anche Cimpiel Biondi Colletta è una storia inventata nei dettagli ma vera nell’anima. Un invito a smarcarsi dal calcio iper-tattico e a immergersi in un tempo in cui il pallone era sentimento, appartenenza, sacrificio. «Ci sono momenti piegati al ritmo della narrazione – ammette – ma risolti sempre con il massimo rispetto, senza mai ricorrere alla gamba tesa».

L’autore

Giornalista tarantino, autore radiofonico e firma di testate e riviste nazionali, Frascella aggiunge con questo libro un nuovo tassello a un percorso coerente, interamente pubblicato da Editrice Scorpione. Dopo Quei ragazzi casa chiesa e pallone e i titoli successivi, questo sesto volume chiude idealmente un cerchio: racconta un solo campionato, pochi anni intorno, ma restituisce l’idea di cosa significhi essere considerati campioni anche solo per una città. Per chi c’era è un ritorno carico di emozioni; per i più giovani, la scoperta di un calcio romantico, umano, davvero popolare.

Lascia un commento Annulla risposta

Exit mobile version