Associazione per delinquere finalizzata a frodi fiscali e indebite percezioni di fondi pubblici è l’accusa, contestata a vario titolo, a 27 persone. Nell’ambito dell’inchiesta, condotta dalla Guardia di finanza di Taranto, due imprenditori ionici sono finiti agli arresti domiciliari mentre per quattro commercialisti è scattata l’interdizione dall’attività professionale.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Enrico Bruschi e nei giorni scorsi ha portato al sequestro di beni per 3,4 milioni di euro. Le misure cautelari, disposte dalla gip Alessandra Rita Romano, sono state eseguite dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria dopo gli interrogatori preventivi.
Ai domiciliari sono finiti l’imprenditore di Massafra Francesco Di Lecce, ritenuto l’amministratore di fatto di una rete di società “cartiere” create per emettere fatture false, e Vito Daniele, 57 anni, di Mottola, rappresentante legale o di fatto di tre aziende operanti nella raccolta e trasformazione dei rifiuti.
Le fatture inesistenti, emesse tra il 2017 e il 2022, avrebbero consentito di evadere imposte e di ottenere crediti fiscali indebiti, inclusi quelli per “Industria 4.0” e “investimenti nel Mezzogiorno“, per oltre 700mila euro, anche con fondi Pnrr. Interdetti dall’attività professionale per dodici mesi quattro professionisti.