«Pensavo mi avrebbe ucciso. Non so quante mazzate mi ha dato». Comincia così il racconto dell’autista soccorritore del 118 dell’Asl Taranto che, ieri pomeriggio, è stato brutalmente picchiato a Palagiano da un 32enne in forte stato di agitazione dopo essere intervenuto per una richiesta di soccorso nella sua abitazione a seguito di una presunta lite familiare.
«Siamo soli. Siamo troppo soli. E ora non ce la faccio più, mi dispiace», ha raccontato la vittima dell’aggressione al segretario della Funzione pubblica della Cgil di Taranto, Mimmo Sardelli, per il quale «si tratta dell’ennesima aggressione a uomini e donne che in quella trincea restano sempre troppo spesso da soli perché i familiari di quell’uomo che ieri ha tentato di uccidere un lavoratore, un operatore nostro iscritto, avevano chiamato contestualmente anche le forze di polizia, arrivate troppo tardi».
Sardelli ricorda che l’aggressione all’operatore sanitario arriva appena 48 ore dopo un altro episodio: un equipaggio del 118 a Taranto era stato minacciato con un coltello da cucina.
L’organizzazione sindacale comunica che l’autista soccorritore ha riportato fratture e lesioni al cranio, al naso e al costato, ed è in evidente stato di shock, mentre l’ambulanza è stata devastata.
«Chi ogni giorno risponde al 118 non può lavorare con la paura di essere aggredito – denuncia ancora Sardelli -. Non chiediamo altro che garanzie di sicurezza, strumenti di protezione e protocolli chiari. È scandaloso che, nel 2025, chi salva vite debba temere per la propria».
A preoccupare è anche la crescente esposizione al rischio di molti equipaggi che si trovano a operare, sempre più spesso, senza la presenza di personale sanitario, in contesti imprevedibili e potenzialmente pericolosi. «Di fronte a questi episodi – aggiunge il segretario provinciale Alessio D’Alberto – non basta più esprimere solidarietà: servono azioni immediate e strutturate». Chieste misure urgenti di tutela sia alla Asl che alla Prefettura per un tavolo con le forze dell’ordine.