«La carenza di medici non può essere il paravento dietro il quale la Regione Puglia nasconde l’incapacità di dare risposte alle emergenze, e quella dell’Unità di Terapia intensiva neonatale (Utin) di Taranto, siamo ben consapevoli, è una problematica nazionale». Ad affermarlo è Renato Perrini, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale della Puglia.
«Oltre al primario – sottolinea -, ad assicurare la presenza medica in reparto sono rimasti solo altri due. Gli altri tre in servizio, assunti nel concorso di dicembre, sono specializzandi che non possono coprire turni da soli ma solo affiancati da uno specialista, poi ci sono i medici dell’Asl e del Policlinico di Bari e del Miulli di Acquaviva che assicurano la copertura dei turni. Ma è necessario trovare una soluzione strutturata e definitiva per dare sicurezza e serenità ai medici e ai cittadini».
Perrini ricorda che «circa due settimane fa c’è stato l’ultimo grido di allarme, per scongiurare la chiusura, ed è stato messo nero su bianco dalla direzione dell’Asl Taranto con una lettera indirizzata alla Regione dove vengono proposte alcune soluzioni, anche se non del tutto soddisfacenti per il territorio, ma che possono dare continuità nell’assistenza come chiedere ai medici di Bari di erogare altre sedute a Taranto, sollevandoli dal fornirle al Perrino di Brindisi, lì dove potrebbero venire in soccorso quelli del Fazi di Lecce, da cui dipende appunto l’ospedale brindisino. Del resto – prosegue il capogruppo di Fratelli d’Italia – per altre emergenze fra direzioni generali di Asl di Brindisi-Lecce-Taranto si è provveduto a tamponare le carenze dei medici per la radiologia interventistica con un’organizzazione sanitaria che riesce ad assicurare l’assistenza del paziente».
In attesa «di trovare una soluzione» Perrini annuncia l’intenzione di incontrare il direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro, «per sapere se può adoperarsi per organizzare meglio la sanità tarantina».