Il mercato del lavoro tarantino resta segnato da criticità profonde che non corrispondono al libro delle favole che, secondo la Cgil ionica, sta narrando il governo Meloni e la provincia tarantina resta capitale degli ammortizzatori sociali. «C’è la propaganda e poi c’è la realtà. Noi la conosciamo bene come Cgil perché ogni giorno incontriamo lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, e come patronato Inca, presente in tutti i 29 comuni della provincia ionica, sappiamo quante pratiche istruiamo ogni giorno per cittadini sempre più poveri e in condizioni di vita sempre più precarie» lo sottolinea Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto, commenta così i dati che emergono dal Rendiconto Sociale Inps per la provincia di Taranto», commenta così Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto, i dati che emergono dal rendiconto sociale Inps per la provincia tarantina.
Il contesto
D’Arcangelo entra nel dettaglio dei dati. «Stiamo vivendo un lungo inverno demografico con un saldo tra nuove nascite e decessi sempre più alto (da meno 400 nel 2013 a meno 2008 nel 2024). Inverno destinato a diventare ancora più rigido se si considera che chi dovrebbe far figli decide di abbandonare la propria città e a volte il proprio paese per cercare altrove condizioni di vita migliori».
Poi c’è il tema occupazione, quella sempre più precaria che scatta una fotografia impietosa. «Sale la percentuale di inattivi, e dice che soprattutto le donne sono le più fragili, le più esposte non solo a forme di ricatto contrattuale, ma anche a forme di ricatto sociale». Nelle fasce d’età tra i 25 e i 34 anni, 35 e 49 anni e 50 e 64 anni i numeri che misurano il grado di occupazione femminile e maschile sono implacabili.
I livelli
Il tasso di occupazione per le donne varia dai 24,4, ai 29,9 e il 22,9 per cento. Quello degli uomini dall’81,1 al 73,5 per cento. Un tasso di occupazione globale che però rimane ben al di sotto del dato nazionale (62,2%) e regionale (51,2%). Il sindacalista sottolinea ancora: «Un esercito di lavoratori e lavoratrici privati di dignità, trasformati in fantasmi impossibilitati persino ad immaginare la loro emancipazione dal precariato. In provincia di Taranto tra Cassa integrazione ordinaria, in deroga, straordinaria e fondo di solidarietà ce ne sono oltre 17 mila. Il dato assolutamente più alto di tutta la Puglia». Conclude D’Arcangelo: «Il Rendiconto Sociale certifica nero su bianco le criticità e conferma in tutta la sua cruda drammaticità che quei duecentomila lo scorso 25 ottobre a Roma non erano in gita ma erano lì in difesa di ognuno di noi. Questi numeri drammatici raccontano l’Italia che la Meloni non vuol vedere».










