Massafra, trenta testuggini tornano in libertà: l’evento all’oasi Monte Sant’Elia

Circa trenta testuggini di Hermann, specie che rischia l’estinzione, torneranno libere dopo la riabilitazione questa mattina all’oasi Monte Sant’Elia, a nord di Massafra. Gli animali, ora pronti a tornare nel loro habitat, sono stati ospitati e curati presso l’osservatorio faunistico regionale pugliese di Bitetto. All’evento saranno presenti il sindaco e l’assessore all’ambiente di Massafra, Fabrizio Quarto e Antonio D’Errico. Le tartarughe prenderanno di nuovo confidenza con l’ambiente in alcuni spazi esterni. Sarà un modo per riprendere confidenza con spazi più estesi, il rilascio in natura vero e proprio avverrà dopo 10-15 giorni di assestamento dopo il trasferimento degli esemplari. Un momento che consentirà anche il restocking della popolazione della specie all’interno del parco regionale “Terra delle Gravine”.

«La perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, e impoverisce le tradizioni culturali. Unione europea e governi, a vari livelli, stanno compiendo grandi sforzi per la tutela della biodiversità: Massafra rappresenta sicuramente un’avanguardia in questo panorama e questo progetto non fa eccezione», commenta il sindaco di Massafra, comune capofila del progetto.

Cambi degli habitat naturali, prelievo illegale dal territorio, inquinamento genetico, e la piaga del Sud, gli incendi. Queste, tra le altre, le cause che hanno portato a un forte decremento della specie delle testuggini di Hermann anche nell’area delle Gravine. Dal 2019, però, i comuni di Massafra, Crispiano e Statte hanno deciso di includere, tra gli “interventi per la tutela e la valorizzazione della biodiversità terrestre e marina” l’obiettivo di rafforzare la popolazione di “Testudo hermanni” nel parco. Sfida complessa che però ha dato i suoi frutti. «Il progetto è stato impegnativo – spiega Elena Circella, professoressa del Dipartimento di Medicina veterinaria dell’università di Bari – comportando un controllo sanitario articolato degli animali oltre alle analisi genetiche. «Alcune testuggini erano solo debilitate – aggiunge la professoressa Circella – altre invece sono arrivate con lesioni traumatiche causate da predatori e attrezzi agricoli. Tutte le tartarughe sono state microchippate e curate. Abbiamo fatto inoltre uno scrupoloso screening sanitario per escludere le principali parassitosi e patologie virali e batteriche che possono interessare questi animali in modo da restituire all’ambiente animali in condizioni ottimali per affrontare la vita allo stato libero».

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