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Martina Franca, don Luigi Ciotti al corteo per le vittime del lavoro: «È una lotta quotidiana»

«Dobbiamo trasformare il ricordo in responsabilità concreta. Quella di oggi non è una giornata di mera celebrazione ma deve diventare memoria viva, un'attenzione e un impegno di tutti, ogni giorno, verso le situazioni di pericolo». Così don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, alla manifestazione organizzata a Martina Franca da Cosimo Semeraro e l'associazione "12 giugno"…
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«Dobbiamo trasformare il ricordo in responsabilità concreta. Quella di oggi non è una giornata di mera celebrazione ma deve diventare memoria viva, un’attenzione e un impegno di tutti, ogni giorno, verso le situazioni di pericolo». Così don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, alla manifestazione organizzata a Martina Franca da Cosimo Semeraro e l’associazione “12 giugno” per ricordare le “Vittime del Lavoro, del Dovere e del Volontariato”. L’associazione porta nel nome la data del 2007 in cui si verificò uno spaventoso incidente nei moli portuali tarantini in uso al siderurgico ex Ilva. Quel giorno due giovani operai morirono schiacciati dal crollo di una gigantesca gru. E ogni anno, il 12 giugno, l’associazione guidata da Semeraro organizza la “Giornata della Memoria” per le vittime del lavoro. L’associazione si è fatta anche promotrice di iniziative legislative per accelerare i processi per morti bianche ed evitarne la prescrizione.

La giornata

Il corteo composto da studenti e familiari delle vittime ha attraversato il centro storico fino a piazza Vittorio Veneto portando striscioni, manifesti e foto di chi ha pagato con la vita facendo il proprio dovere. «Ringrazio le istituzioni per la loro attenzione a questo tema», ha detto Semeraro dopo aver deposto una corona di fiori mandata dal Presidente Sergio Mattarella. «Era un’occasione per dare un segnale. Dobbiamo salvare i nostri figli e nipoti», ha detto.

Le testimonianze

Alla manifestazione c’erano anche Anna Aloysi, presidente dell’associazione dedicata alle vittime dell’incidente ferroviario Andria-Corato del 12 luglio 2016. In quel disastro Anna ha perso la sorella Maria. «Si è scoperto che con un investimento di qualche decina di migliaia di euro e maggiori controlli si sarebbe potuto evitare lo scontro che costò la vita a 23 persone. È fondamente – ha detto Aloysi – ricordare periodicamente a tutti coloro che hanno il dovere e il potere di decidere, di impegnarsi per evitare tragedie come la nostra».

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