Licenziato per un commento, il siderurgico deve reintegrarlo: Corte d’Appello respinge ricorso di Acciaierie d’Italia

Regge anche in Corte d’appello la sentenza del tribunale del Lavoro che stabilisce il reintegro in Acciaierie d’Italia di Riccardo Cristello, il lavoratore licenziato per un commento sulla sua pagina Facebook (dove aveva solo 400 contatti) riguardante su una fiction di canale 5, “Svegliati amore mio” con Sabrina Ferilli.

Cristello e il suo legale, l’avvocato Mario Soggia, hanno vinto anche il terzo round col gigante d’acciaio. Scrisse sul social che sono assassine quelle aziende che causano malattie nei bambini, come la leucemia della protagonista della fiction. Un romanzo televisivo che, pur non facendo il nome di Taranto, ricalcava molto da vicino la storia del presunto disastro ambientale causato dal siderurgico. I vertici dell’azienda non hanno gradito e ad aprile 2021 lo hanno licenziato per il danno di immagine dopo 21 anni di lavoro nello stabilimento.

Entrò in Ilva che era poco più che ragazzino, oggi Cristello è un uomo di 45 anni, con moglie e due figli, che da un anno e mezzo lotta per mantenere il suo posto di lavoro, messo in discussione da un post. «Ma lo scriverei di nuovo – dice lui – perché non volevo affatto offendere gli attuali gestori. La fiction si riferisce a fatti di vent’anni fa e anche il mio commento». «Già in primo grado, il giudice Giovanni De Palma aveva chiarito che il post non faceva alcun riferimento ad Arcelor Mittal e aveva reintegrato Cristello al suo posto da addetto ai controlli dei costi di energia», aggiunge l’avvocato Soggia. Acciaierie d’Italia ha di nuovo impugnato la decisione ma i giudici della Corte hanno respinto il ricorso. Il giudice stabilì che il licenziamento è stato illegittimo e che la causa con cui fu messo alla porta è insussistente.

Soddisfatta l’Unione sindacale di base, Usb, che è stata accanto al lavoratore in questi mesi difficili. «La sentenza riporta serenità nella famiglia Cristello, dà speranza ai tanti lavoratori ingiustamente licenziati e, per la nostra organizzazione sindacale, rappresenta una conferma del buon lavoro fatto sempre al fianco dei lavoratori. Non si verifichi più che un dipendente debba temere anche solo di esprimere un pensiero. Ci opporremo sempre a questi squallidi tentativi di controllare anche le opinioni di chi lavora in fabbrica», dice Franco Rizzo.

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