Nella buona e nella cattiva sorte, qualunque sia la categoria di militanza l’amore per il Taranto resta lì, immarcescibile. Magari malconcio, messo a durissima prova e a volte, o spesso, non ricambiato. Eppure nessun dubbio potrebbe mai sfiorare un tifoso rossoblù in senso contrario. Adesso si farà sul serio, perché domani la compagine del tecnico Ciro Danucci esordirà nel campionato di Eccellenza contro lo Spinazzola. Sarà un debutto (purtroppo) storico per una società che non ha mai giocato sotto la Serie D in quasi cento anni di vita. I tifosi sono pronti a sostenere la squadra e il lavoro della famiglia Ladisa, consci che ci sarà da soffrire. Senza cioè dare nulla per scontato, nonostante un blasone evidentemente ingombrante per l’Eccellenza.
Vincere senza se e senza ma
Secondo Alessandro Ostuni il Taranto può e deve tentare di imporsi sulle altre: «Noi siamo il Taranto quindi – dichiara – dobbiamo puntare alla vittoria del campionato, senza discussioni». Tuttavia dalla teoria alla pratica il passo non è agevole: «Anche se in squadra ci sono i nomi, è poi il campo che deve parlare». In quest’ottica, almeno inizialmente ci vorrà un po’ di pazienza, poiché «la squadra ha pochi giorni di allenamento nelle gambe e, comunque – conclude – si tratta di un campionato nuovo per noi quindi dobbiamo stare molto attenti». Nessun dubbio sull’operato della dirigenza: «La società si è presentata bene alla città, con idee chiare e sopratutto una visione diversa rispetto al passato».
Stabilità e vivaio
Un pieno di fiducia giunge anche da Cristian Scardicchio: «Almeno sulla carta, l’organico allestito presenta nomi che fanno ben sperare. Mi auguro che la squadra dimostri sul campo di essere stata costruita bene. A mio avviso – sostiene – mancherebbe un attaccante centrale e qualche under». Elogi giungono a chi ha lavorato per restituire alla città una dignità calcistica: «Complimenti e grazie, innanzitutto, alla famiglia Ladisa, discreta e accogliente. Dal punto di vista della comunicazione, inoltre, direi che il lavoro della dirigenza è stato ottimo. La speranza, oltre a una immediata risalita, è che si trovi finalmente una stabilità, ad esempio creando un settore giovanile all’altezza. Lontano, soprattutto, dalla ultime assurde situazioni vissute ».
Fuga dall’Eccellenza
Il primo pensiero di Luca La Tanza, infine, è di fuggire subito dalle sabbie mobili del massimo campionato pugliese «che non compete a una città e a una tifoseria come la nostra. Vorrei tanto che centrassimo l’obiettivo in un solo anno». Alla stagione sarà necessario approcciarsi muniti di pazienza, soprattutto nei confronti della squadra su cui potrebbero pesare, ancora per un po’, i carichi di lavoro: «È presto per dare un giudizio: serve vederla all’opera e comunque va forse completata». Massimo credito per il presidente Vito Ladisa: «Abbiamo trascorso anni totalmente bui, con nessuna comunicazione e scelte assurde, come quella di disinteressarsi del club per poi finire esclusi dal campionato. Perciò – conclude – a primo impatto sembra che i Ladisa abbiano iniziato bene, con una giusta comunicazione, il giusto entusiasmo e il rispetto per la tifoseria e il territorio. Adesso dovrà parlare il campo».
