La tensione resta alta nel porto di Taranto a causa della presenza della petroliera Seasalvia, che attende di ricevere 30mila tonnellate di greggio destinate all’aviazione militare israeliana. Nonostante le proteste e le rassicurazioni iniziali, la nave è ancora nel Golfo di Taranto, e la situazione è al centro di un dibattito politico e sociale.
Questa mattina, in Prefettura, si è riunito il Comitato per l’ordine pubblico. Al tavolo, le autorità hanno chiarito che se la parte privata non annullerà il contratto, tutti i servizi necessari per l’attracco dovranno essere garantiti.
Il vice sindaco Mattia Giorno ha ribadito la posizione del Comune, che si oppone «a qualsiasi attività che concerne Israele e a maggior ragione se è la guerra». La giunta comunale, in una delibera, ha anche approvato l’esposizione della bandiera della Palestina, in segno di solidarietà. «Il Comune intanto esprime massima solidarietà alla Palestina e ribadisce il suo indirizzo politico», ha dichiarato Giorno.
Mercoledì scorso, associazioni e cittadini avevano già protestato davanti al porto, ottenendo inizialmente rassicurazioni sul mancato attracco della nave. Ora, l’incertezza sulla decisione del fornitore di greggio e sulla possibilità di attracco della Seasalvia mantiene alta la mobilitazione di gruppi come Usb, Cobas e i movimenti locali per la Palestina.
