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La nuova vita del Taranto, il calcio cittadino rinato con l’ambizione dei Ladisa

C’è un momento, nella vita di una città di calcio, in cui il passato smette di essere memoria e diventa soltanto peso. A Taranto quel momento ha un nome e un tempo preciso: l’inizio dell’era Ladisa. Non è stata una rinascita improvvisa, né un colpo di teatro. È stato piuttosto un ritorno alla terra, dopo…
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C’è un momento, nella vita di una città di calcio, in cui il passato smette di essere memoria e diventa soltanto peso. A Taranto quel momento ha un nome e un tempo preciso: l’inizio dell’era Ladisa. Non è stata una rinascita improvvisa, né un colpo di teatro. È stato piuttosto un ritorno alla terra, dopo mesi sospesi tra disillusione e rabbia, quando il pallone sembrava aver perso ogni diritto di cittadinanza. Da agosto in poi, il calcio rossoblù ha ricominciato a respirare. Con fatica, con limiti evidenti, ma anche con una direzione riconoscibile.

L’inizio

L’era Ladisa nasce in un contesto ostile: una piazza ferita, una tifoseria stanca di promesse, una squadra costruita in corsa. Eppure, dentro quel disordine, è riemersa una parola che a Taranto mancava da anni: progettualità. Non tutto ha funzionato, alcune scelte sono state già corrette, ma il timone non è mai stato mollato. Il campo racconta di un Taranto incompiuto, lontano dalle certezze, spesso costretto a inseguire. Il campionato è duro, la classifica severa, la rincorsa complicata.

Ma questa stagione non vive di un solo binario. Coppa, playoff, crescita interna convivono in un racconto che non si esaurisce nel risultato della domenica. È una storia ancora aperta, che va scritta giorno dopo giorno. I rossoblù attualmente sono lontani nove lunghezze dal primo posto, occupato dal Bisceglie: un gap sicuramente difficile da recuperare, ma non impossibile. Ecco perché il Taranto dovrà crederci e lottare, ugualmente, su tutti i fronti a disposizione per raggiungere quantomeno la serie D.

Il progetto

La crescita e la bontà del progetto, nonché la vera svolta, però, si coglie fuori dal rettangolo verde. L’idea di un centro sportivo, il progetto legato al nuovo stadio «Iacovone», la connessione con i grandi eventi che attendono la città restituiscono al Taranto una dimensione moderna. Il calcio torna a essere visione, investimento, identità condivisa. Nulla è garantito, tutto è da costruire. Ma per la prima volta dopo anni, il futuro non incute timore. Anzi, affascina.

L’era Ladisa è appena cominciata e il suo valore sta proprio qui: nella sensazione che il meglio, finalmente, debba ancora arrivare. Già dai prossimi giorni, quantomeno sul fronte sportivo e prevalentemente di campo, ci si aspettano delle risposte importanti: domenica 4 gennaio si riprenderà col campionato, l’8 l’impegno di Coppa col Gallipoli che potrebbe permettere al Taranto di approdare nella finale regionale della competizione. Ogni strada va percorsa fino all’ultimo. Poi sarà il campo, come sempre, ad annunciare il verdetto finale.

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