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La lettera al sindaco Melucci: «Salvate la scultura di Carrino»

«Giù le mani dalla fontana del Carrino». Si riaccende il dibattito sulla riqualificazione, attesa da anni, di piazza Fontana in città vecchia. Quattordici sigle, tra associazioni culturali e sindacati, scrivono al sindaco Rinaldo Melucci preoccupate che i lavori di recupero alla piazza danneggino irrimediabilmente la scultura moderna realizzata dallo sculture tarantino nel 1992. Si teme…

«Giù le mani dalla fontana del Carrino». Si riaccende il dibattito sulla riqualificazione, attesa da anni, di piazza Fontana in città vecchia. Quattordici sigle, tra associazioni culturali e sindacati, scrivono al sindaco Rinaldo Melucci preoccupate che i lavori di recupero alla piazza danneggino irrimediabilmente la scultura moderna realizzata dallo sculture tarantino nel 1992. Si teme infatti che i lavori alla piazza finiscano col rimaneggiare la pavimentazione circolare su tre livelli, con i famosi moduli voluti dal Carrino, spianando tutto.

«Ben vengano le buone intenzioni di valorizzare un’area lasciata a se stessa che ospita una tra le più significative opere d’arte contemporanea, anch’essa lasciata all’incuria – sostengono in pratica i firmatari della lettera indirizzata a Melucci – ma è importante aprire un dibattito sul progetto, in modo da adattarlo alle esigenze di tutela dell’opera di Carrino, rispetto ai rendering che sono circolati negli ultimi mesi». Insomma si a un intervento di riqualificazione dell’area circostante e a una illuminazione moderna, ma non si tocchi la struttura dell’opera. «Speriamo che il sindaco ci riceva», dice il professor Gianluca Lovreglio, facendosi portavoce delle preoccupazioni di alcune associazioni culturali, come l’associazione italiana di Cultura Classica “Adolfo Mele”, Amici dei Musei, Arci Gagarin, comitato Qualità della Vita, Crac – cento ricerca arte contemporanea, Fucina 900, gruppo Taranto, Nobilissima Taranto, Tarenti Cives e le sezioni e delegazioni locali di Fai, Italia Nostra, Società Dante Alighieri e Società di Storia Patria a cui si è aggiunta anche la Cgil. Secondo esperti e appassionati, scultura e assetto urbanistico della piazza sono un’unica cosa. Nelle intenzioni di Carrino, che iniziò a immaginare un intervento dell’antica piazza con al centro la fontana ottocentesca inserendo la modernità dell’acciaio, il prodotto siderurgico simbolo della città di quel tempo.

La piazza è strutturata su tre livelli con elementi di seduta in pietra a grande scala a forma di L. «L’allarme – spiegano – nasce dal fatto che dai rendering in circolazione si evince che il progetto, pur salvaguardando l’elemento scultoreo in acciaio e i reperti archeologici dell’antica fontana ottocentesca, prevede la realizzazione di un “nuovo plateau”, e non si comprende come e se venga mantenuta la struttura planimetrica della piazza su tre livelli ripartiti dalle direttrici dell’antico condotto adducente l’acqua, dopo l’eliminazione delle ulteriori presenze scultoree dei tre elementi di seduta in pietra a grande scala, con conseguente evidente grave pregiudizio dei caratteri originali e della qualità dell’opera d’arte contemporanea di Nicola Carrino».

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