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Ilva, Urso: «Non ci arrendiamo, nuova gara in arrivo e piano per la decarbonizzazione in 8 anni»

«Occorre decidere subito, noi sull’Ilva non ci arrendiamo». Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso di un’intervista al Messaggero, nella quale parla di «settimana decisiva» di quella che è stata la prima acciaieria d’Europa.

«Dovremo adeguare subito la gara in corso alle nuove condizioni, già a fine luglio – spiega – per questo è assolutamente necessario che tutto sia chiaro nei prossimi giorni. È ovvio che avere a Taranto anche gli impianti per la produzione di ferro preridotto (Dri) sia un elemento di forte attrattività per gli investitori». Secondo Urso «è importante che si capisca chiaramente che qualunque sia il capitale o la nazionalità dell’azienda, senza Aia lo stabilimento è destinato alla chiusura».

Per evitare questo scenario «abbiamo presentato alla Regione Puglia e agli enti locali un piano industriale che prevede la piena decarbonizzazione dello stabilimento in appena otto anni, con la realizzazione di tre forni elettrici che progressivamente sostituiranno gli altiforni, in piena continuità produttiva e occupazionale. I forni elettrici dovranno essere alimentati a dal Dri, che potranno essere realizzati accanto da ‘Dri Italia’, società pubblica partecipata al 100% da Invitalia, insieme agli impianti di cattura della Co2. Per alimentare i Dri sarà necessaria la nave rigassificatrice, come a Piombino».

Come alternativa per il preridotto «stiamo valutando diverse alternative, tra le quali Gioia Tauro. Comunque dovrà sempre essere al Sud, perché le risorse necessarie provengono dal Fondo di coesione nazionale». Per trovare un compratore «è in corso una gara internazionale secondo le regole europee. Qualunque sia il capitale dell’azienda, pubblico o privato, italiano o straniero, lo stabilimento dovrà rispondere alle stesse regole ambientali e sanitarie. Senza Aia nessuno è abilitato a produrre. Al momento il negoziato sta procedendo in via preferenziale con Baku steel. È verosimile che alla luce della programmata decarbonizzazione si manifestino ulteriori partner internazionali». 

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