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Il Taranto vola con 9 punti in 8 giorni, squadra offensiva e identità precisa

Questo Taranto piace e tanto. Soprattutto sta palesando uno condizione ottimale. Lo afferma con forza la classifica che lo vede a ridosso delle prime, lo dicono le undici reti segnate nel corso degli ultimi otto giorni con ben nove punti messi cassaforte. Questo Taranto è in salute, perché quando non lo sei mancherebbero le forze…
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Questo Taranto piace e tanto. Soprattutto sta palesando uno condizione ottimale. Lo afferma con forza la classifica che lo vede a ridosso delle prime, lo dicono le undici reti segnate nel corso degli ultimi otto giorni con ben nove punti messi cassaforte. Questo Taranto è in salute, perché quando non lo sei mancherebbero le forze fisiche e mentali per affondare una qualsiasi squadra, persino l’ultima in classifica.

Al contrario il Foggia Incedit è stato reso innocuo con cinque reti, realizzate in appena quaranta minuti. I rossoblù, domenica scorsa osservati da vicino allo stadio Italia di Massafra, sono stati sontuosi, incenerendo l’avversario in appena 180 secondi, tempo impiegato per siglare le prime due marcature. Un quindicesimo di tutto il primo tempo, ma sufficiente per indirizzare la partita. Sin dal fischio di inizio, si è notata la postura del corpo dei giocatori protesa verso la porta e la metà campo avversaria e un atteggiamento aggressivo sul portatore di palla. Qualsiasi tipo di aspirazione dei dauni è stata annichilita immediatamente. Il furore e la fiamma presente negli occhi di ciascuno degli uomini scelti da Ciro Danucci sono stati fondamentali per andare costantemente a segno.

Il marchio di fabbrica

Il tecnico ha confermato il 4-2-3-1, suo marchio di fabbrica tattico, dando spazio alla stessa squadra scesa in campo con il Massafra tre giorni prima. Sotto questo aspetto ha trovato il suo undici, che tuttavia verrà rimesso in discussione dal recupero di Alessandro Di Paolantonio, tornato in campo dopo tre settimane di inattività. Difficile togliergli il posto, per cui uno tra Marino e Vukoja potrebbe compiere un passo indietro e accomodarsi in panchina. Sempre che non decida di favorire un centrocampo a tre. Un’esigenza che potrebbe nascere dalle ottime prove di questi ultimi. In ogni caso cambiando l’ordine degli addendi, il Taranto resta sul pezzo con i gol e con il risultato. La squadra ha sempre avuto una sia identità, ma adesso l’ha rafforzata in modo deciso.

Abbondanza di scelte

Anche tatticamente sa cosa fare e nelle ultime settimane si è data alla geometria, poiché nei secondi tempi, sulla mediana disegna sovente un rombo e non sempre con gli stessi protagonisti. Con il Foggia Incedit, ad esempio, il vertice basso è stato Di Paolantonio, il vertice alto (trequartista) Malltezi, mentre i due vertici laterali sono stati Etchegoyen e Marino. L’area all’interno del rombo diventa così terreno minato per gli avversari, consente di godere della superiorità numerica nella fascia centrale del campo e infine crea più soluzioni in fase offensiva.

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