«Se vinciamo, vinciamo tutti»: il riferimento è al ricorso all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e l’auspicio di vincere è di Alessandro Marescotti di Peacelink, che con l’associazione Giustizia per Taranto e altre associazioni ambientaliste e non, hanno avviato una raccolta fondi per impugnare il provvedimento che consente all’ex Ilva di continuare a produrre a carbone per altri dodici anni.
La chiamata
«Chiunque ha a cuore le sorti della città, il futuro della fabbrica e la tutela della salute è invitato a contribuire alla raccolta. Secondo una stima fatta dai legali, che si occuperanno di produrre la documentazione, sono necessari circa quindici mila euro comprese le spese di soccombenza. Se i contributi raccolti saranno maggiori costituiremo una sorta di fondo cassa per affrontare le spese per la realizzazione di manifesti giganti, trasferta a Roma e manifestazione in città. Il ricorso è nelle mani dei professori Michele Carducci e Michele Macrì e degli avvocati Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amenduni che si sono già occupati dell’azione inibitoria presso il tribunale di Milano». Tale ricorso deve essere presentato entro metà settembre per contestare l’Aia ritenuta, dalle associazioni, “dannosa e illegittima, in contrasto con la tutela della salute”.
La resistenza civile
«Questa iniziativa – dice Marescotti – può essere considerata una sorta di resistenza civile, pacifica, non violenta verso un’azione che viene percepita come una minaccia alla popolazione». L’Aia è quel documento in base al quale è previsto cosa deve fare e cosa non può fare l’azienda che gestisce la fabbrica e viene concessa dal Ministero dell’Ambiente solamente se vengono adottate le cosiddette migliori tecnologie disponibili (Mtd).
«Come Peacelink – spiega Marescotti – abbiamo fatto notare che nella documentazione presentata dal gestore della fabbrica, Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, per il rinnovo dell’Aia non si fa cenno alla decarbonizzazione. Dopo questa precisazione il gruppo istruttore che ha redatto le quattrocento prescrizioni ne ha inserita una, la numero 3, con cui si chiede al gestore di presentare un cronoprogramma ma è stato fatto in modo molto generico senza indicare alcuna data.
Si prevede quindi la riattivazione di tutti gli altoforni che possono entrare in funzione». Per contribuire alla raccolta fondi, a cui si sono uniti I Lavoratori Liberi e Pensanti, Genitori Tarantini, Isde e Anpi, i cittadini possono rivolgersi alle associazioni promotrici da cui parte un invito al sindaco di Taranto, Piero Bitetti, affinché avvii un suo ricorso per dare maggiore forza all’azione. Intanto alle 19 di oggi in piazzetta Gandhi assemblea pubblica contro gli intendimenti istituzionali sull’ex Ilva.