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Ex Ilva, vertice al Mimit: verso l’intesa su decarbonizzazione, lavoro e compensazioni

Oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy si è svolta una giornata cruciale per il futuro dell’ex Ilva di Taranto. Il ministro Adolfo Urso ha accolto sindacati e istituzioni locali in un clima di «cordialità e piena collaborazione.». L’obiettivo è la definizione di un accordo di programma interistituzionale per la piena decarbonizzazione dell’acciaieria, garantendo al contempo occupazione e sostegno sociale.

Il tavolo è stato posticipato per consentire il proseguimento delle trattative tecniche con la Regione Puglia e gli enti locali, con il presidente Michele Emiliano pronto a firmare l’intesa, a condizione che vengano rispettati tre pilastri: date certe per la decarbonizzazione, tutela dei lavoratori e compensazioni per il territorio.

Il sindaco di Taranto

Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, avrebbe proposto che le compensazioni chieste per la città siano inserite nell’articolato dell’accordo di programma e che si istituisca una struttura ad hoc, una specie di commissione per gli impianti strategici, che segua l’andamento degli interventi legati alla decarbonizzazione, vigilando sul rispetto dei tempi. Inoltre avrebbe suggerito due tipologie di accordo, anche se questo sarebbe un aspetto da vedere successivamente: uno, in base al Testo per l’Ambiente, che coinvolgerebbe anche il gestore della fabbrica, ed uno in base al Testo Unico Enti Locali che riguarderebbe solo le pubbliche amministrazioni.

Sindacato

Sul fronte sindacale, il segretario Fim Cisl Ferdinando Uliano ha ribadito il sostegno al piano con tre forni elettrici a Taranto, uno a Genova e quattro impianti Dri: alimentati da una nave rigassificatrice, avvertendo che modifiche sostanziali metterebbero a rischio oltre 7mila posti. Intanto, Dri Italia, partecipata da Invitalia, è pronta a sviluppare il polo del preridotto a Taranto, tema al centro del dibattito.

Non mancano le tensioni

Confartigianato Taranto e associazioni ambientaliste contestano la nuova Aia che prolunga l’uso del carbone per 12 anni, definendola incompatibile con il Green Deal e chiedendo tempi più rapidi per il passaggio ai forni elettrici. Sullo sfondo, la sfida di coniugare riconversione ecologica, salvaguardia occupazionale e rilancio economico di Taranto, in quella che Urso ha definito «il giorno della responsabilità e della verità» per il futuro dell’ex Ilva.

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