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Ex Ilva, verso lo sciopero a Taranto: «La città sia dalla nostra parte»

Ieri nell’ex Ilva consiglio di fabbrica con Fim, Fiom e Uilm per discutere della vertenza del siderurgico e del futuro dei lavoratori. Preoccupano le offerte arrivate per il bando di cessione degli impianti. In particolare quella di Bedrock prevede, secondo quanto trapelato, solo 2mila addetti a Taranto e circa mille negli altri stabilimenti del Nord. I sindacati sono sul piede di guerra dopo che il governo, per la prima volta dal suo insediamento, ha deciso da solo l’aumento degli operai in cassa integrazione, fino a quota 4450, senza coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori.

E questo nonostante da settimane i sindacati chiedano, senza essere ascoltati, un confronto a Palazzo Chigi per fare chiarezza sul futuro dello stabilimento siderurgico e dei suoi lavoratori. «Così si scaricano sulle spalle dei lavoratori le conseguenze di una situazione figlia di responsabilità tutte istituzionali», hanno detto ieri i sindacalisti in assemblea.

Le rivendicazioni

«Riteniamo inaccettabile il silenzio di Palazzo Chigi. Ad oggi, oltre ai proclami, non ci sono risposte né sul piano ambientale né su quello occupazionale. Si preannuncia una macelleria sociale, con 7mila esuberi dell’intero gruppo di Acciaierie d’Italia a cui vanno a sommarsi i 1.600 lavoratori di Ilva in As che da otto anni attendono di rientrare al lavoro». Per loro i sindacati hanno chiesto al governo di rispettare la clausola di salvaguardia occupazionale del settembre 2018, che prevede la riassunzione entro settembre 2025.

La marcia

Il 16 ottobre corteo dallo stabilimento fino al Municipio. «Dopo tanti anni di vertenza non abbiamo raggiunto alcun risultato sotto il profilo ambientale e occupazionale. Solo aumento della cassa integrazione», dice il coordinatore di fabbrica per Fim Cisl Vincenzo La Neve. «Scenderemo in strada non contro ma per unire la città ai lavoratori, in un corteo pacifico». Per Francesco Brigati, della Fiom Cgil, «il bando di vendita va ritirato e bisogna intervenire con un ruolo del pubblico per garantire l’occupazione e la fase di transizione ecologica».

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