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Ex Ilva, Urso assicura: «La siderurgia italiana rinascerà». Turco: «Gettati 1,5 miliardi»

Ex Ilva tra speranze, impegno e critiche. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha parlato del siderurgico tarantino al convegno per i 30 anni da Alleanza Nazionale. «Siamo in una fase estremamente importante e delicata in cui è, per quanto mi riguarda, bene tacere. In merito ai 250 milioni di euro stanziati dal governo con…
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Ex Ilva tra speranze, impegno e critiche. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha parlato del siderurgico tarantino al convegno per i 30 anni da Alleanza Nazionale. «Siamo in una fase estremamente importante e delicata in cui è, per quanto mi riguarda, bene tacere. In merito ai 250 milioni di euro stanziati dal governo con il via libera nel Consiglio dei ministri del 23 gennaio, per Urso «è la dimostrazione di quanto questo governo creda nella rinascita della siderurgia italiana che può diventare un modello in tutta Europa di una siderurgia green e competitiva a livello globale». Dei rilanci per l’acquisizione dell’ex Ilva, aggiunge il ministro, «se ne occupano i commissari». In questi giorni, secondo voci vicine al dossier, al ministero si dovrebbero iniziare a valutare le prossime mosse sulle offerte vincolanti finora giunte per l’ex Ilva. Solo tre riguardano l’intero gruppo, un’altra decina invece solo singoli asset.

La polemica

Per il senatore Mario Turco, vice presidente del M5s ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio «il ministro Urso vive su Marte. Rivendicare gli ulteriori 250 milioni gettati alle ortiche dal governo per garantire la continuità produttiva di un’azienda decotta, che punta ancora solo sul ciclo integrale a carbone per sopravvivere, dà il polso di quanto Urso non ci stia capendo nulla del sito di Taranto. Il titolare del ministero delle Imprese sostiene che l’esecutivo Meloni continua a pompare soldi perché crede nella siderurgia green. Sembra una barzelletta, visto che proprio il governo in meno di un anno dal commissariamento ha bruciato già 820 milioni di euro, tra prestiti che non saranno mai restituiti e soldi, ben 400 milioni, sottratti alle bonifiche, sempre per sostenere l’attuale produzione inquinante. Se poi aggiungiamo il finanziamento di 680 milioni elargito nel 2023, i soldi pubblici salgono a 1,5 miliardi di euro. Sarebbe bene che Urso impari a fare i conti e spieghi agli italiani cosa ha ottenuto di green dopo tutti questi soldi spesi. La fabbrica continua a inquinare, così come recentemente hanno attestato Asl, Arpa e la stessa Ispra del ministero dell’Ambiente».

Le decisioni dell’Ue

Per Turco questa emorragia di denaro pubblico non risolverà la questione dei lavoratori, così come le problematiche ambientali e sanitarie e le bonifiche resteranno una pia illusione. «A Taranto, in sostanza, si dirotteranno i fondi per disinquinare sulla spesa per produrre di più, ma continuando ad inquinare». C’è poi un’altra tegola che potrebbe cadere sull’ex Ilva. È in arrivo la pronuncia della corte di Giustizia europea, che tra qualche settimana potrebbe indurre la procura di Milano a sancire lo stop alla produzione. Il governo ha deciso di inserire la valutazione del danno sanitario all’interno dei procedimenti per il rilascio dell’Aia, l’autorizzazione necessaria per produrre, che è scaduta e vive in proroga. «I limiti degli inquinanti previsti andrebbero adeguati alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità che li ha ritenuti non sostenibili per la salute umana», conclude Turco.

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