Nel caso in cui il Comune di Taranto non dia il consenso a ospitare una nave rigassificatrice, il polo del preridotto necessario per i forni elettrici di tutti gli stabilimenti ex Ilva si farà a Gioia Tauro.
Ad affermarlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine di una serie di incontri che si sono svolti stamattina a Genova con enti locali, imprese, sindacati e comitati sull’ex Ilva di Cornigliano.
«Io chiederò al Comune di Taranto e alla Regione Puglia di esprimere in maniera compiuta nei prossimi giorni, come ha fatto Genova oggi, se intendono o meno far approdare una nave rigassificatrice, affinché possa nascere a Taranto il polo del preridotto, necessario per i forni elettrici di tutti gli stabilimenti dell’Ilva. Ove non ci fosse questa risposta positiva, dovrò valutare le alternative, e l’alternativa sarà Gioia Tauro, dove già governo regionale e Comune hanno manifestato il loro consenso», ha affermato il ministro.
Nel corso dell’incontro di oggi in Liguria, ha aggiunto il ministro, «Genova mi ha detto sì in modo unitario alla possibilità di un forno elettrico all’acciaieria ex Ilva di Cornigliano».
Il ministro ha dichiarato che «in un confronto trasparente e responsabile con la città, con la Regione, con le rappresentanze sindacali e di impresa, con le associazioni dei cittadini, abbiamo registrato un ampio consenso affinché ci sia un rilancio della siderurgia nel polo di Cornigliano e negli stabilimenti collegati di Novi Ligure e Racconigi, attraverso l’utilizzo di un forno elettrico, come previsto nel nostro piano di piena decarbonizzazione».
Il piano, ha spiegato Urso, «prevede, ove ci fosse l’interesse del player industriale, di realizzare anche un forno elettrico nella città di Genova, per l’area Nord. È un’opportunità che può essere data agli investitori, a fronte del fatto che a Taranto sono previsti al massimo tre forni elettrici, per una capacità complessiva, certificata dal rilascio dell’Aia [Autorizzazione integrata ambientale, n.d.r.], che non può superare i sei milioni di tonnellate» all’anno.
Per quanto riguarda la nuova proprietà dell’ex Ilva, Urso ha aggiunto che «se tutto andrà come speriamo, ma dipende molto dalle scelte del Comune di Taranto, si potranno assegnare gli impianti dell’ex Ilva ai nuovi investitori privati nella prima parte del prossimo anno».
Il ministro ha sottolineato che «le manifestazioni di interesse devono essere espresse entro il 15 settembre. Con le manifestazioni di interesse avremo le prospettive industriali dei singoli piani. I commissari cominceranno il lavoro di negoziato coi vari attori. Prevedo che questa seconda fase si possa concludere entro fine novembre. Poi inizierà una terza fase, che è quella delle procedure per l’antitrust europeo e per l’esercizio del golden power nazionale – ha concluso Urso -. Queste procedure impiegheranno almeno tre mesi. A quel punto potremo passare alla fase degli accordi di programma con l’investitore (o gli investitori), gli enti locali e le organizzazioni sindacali».