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Ex Ilva, Urso: «La nazionalizzazione? La Costituzione non lo consente. Mancano tre condizioni»

La nazionalizzazione dell’ex Ilva? La Costituzione non lo permette. A sostenerlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha parlato del siderurgico a margine dell’inaugurazione della Casa del Made in Italy di Bari.

«La nostra Carta costituzionale non consente la nazionalizzazione di un impianto siderurgico», ha affermato il ministro, evidenziando che «i padri costituenti decisero che questo fosse possibile solo a tre condizioni: nella Carta è espressamente prescritto che si possa nazionalizzare un’impresa di produzione energetica, come poi realmente avvenne negli anni successivi, un’impresa che agisce in un regime di monopolio, e non è il caso degli impianti siderurgici di Taranto, e che sia un servizio pubblico essenziale».

Per Urso «i tre casi in cui i padri costituenti hanno deciso di rendere possibile un esproprio salvo indennizzo non contemplano un impianto siderurgico». Il ministro ha evidenziato che «altra cosa è» che «lo Stato, attraverso suoi strumenti finanziari, partecipi alla gara e faccia un’offerta migliore di quella fatta eventualmente da privati. Peraltro era quello che tentavano di fare nella precedente gara, quando vi furono due cordate una delle quali vedeva come parte significativa essenziale proprio Cassa depositi e prestiti, ma fu assegnata all’altra cordata guidata da Mittal».

Urso ha poi spiegato che «questa è l’unica via per prendere eventualmente sotto controllo pubblico un impianto siderurgico sotto amministrazione straordinaria».

Urso ha inoltre detto che «martedì 11 novembre saremo in condizione di presentare in maniera compiuta sia lo stato dei negoziati con coloro che hanno manifestato interesse ad acquisire gli impianti sia lo stato di realizzazione del Dri che vogliamo fare a Taranto, sia le modalità di approvvigionamento di gas che servono per gli impianti del Dri e per gli impianti dei forni elettrici».

«La nuova Aia è la più avanzata in Europa»

Parlando delle critiche al Governo che, con la nuova Aia sull’ex Ilva di Taranto, non ha previsto l’obbligo di ripulire il quartiere Tamburi dalle polveri del siderurgico, Urso ha affermato che «l’Aia è stata fatta secondo le più avanzate norme europee, che proprio l’Italia ha subito pienamente applicato, e risponde a ogni criterio di legge. È l’Aia più avanzata in Europa per quanto riguarda il rispetto della salute e dell’ambiente».

Il ministro ha aggiunto che, a proposito dell’ex Ilva, «anche oggi avrò riunioni, come ogni giorno nelle ultime settimane, al fine di consentire ai sindacati di comprendere meglio la grande sfida che abbiamo davanti a noi e per quanto riguarda gli investimenti che consentiranno il passaggio nel più breve tempo possibile dai forni a caldo ai forni elettrici». Urso ha sottolineato che si parlerà anche del «necessario approvvigionamento di gas, che non è affatto facile avendo il Comune rifiutato il possibile approdo di una nave rigassificatrice, e della reindustrializzazione delle aree che saranno liberate e che noi vogliamo utilizzare da subito per consentire l’insediamento di altre attività produttive. Il tutto sarà presentato in maniera compiuta ai sindacati martedì 11 novembre», ha concluso.

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