A partire dalle 12 di oggi, martedì 2 dicembre, e fino a nuova comunicazione i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb dei lavoratori dell’ex Ilva di Taranto hanno proclamato uno sciopero per protestare contro il piano presentato dal Governo.
Lo sciopero a oltranza è finalizzato a chiedere un incontro per un unico tavolo a Palazzo Chigi, con l’obiettivo di ottenere il ritiro del piano e di avviare un confronto serio e costruttivo sui diritti, la sicurezza e il futuro del lavoratori.
«Questo atto di protesta rappresenta un momento fondamentale per difendere i diritti di tutti i lavoratori e garantire un futuro di stabilità e dignità nel mondo del lavoro», fanno sapere le sigle delle tute blu.
Poco prima, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva convocato una serie di riunioni con le istituzioni territoriali interessate, d’intesa con le Regioni e gli enti locali, per discutere del futuro dell’ex Ilva.
A seguito degli incontri che si sono tenuti lo scorso venerdì al Mimit, i nuovi tavoli mirano a definire le migliori condizioni per il rilancio del gruppo siderurgico e a valutare ulteriori investimenti produttivi nelle aree disponibili, in particolare a Taranto e Genova.
L’obiettivo è quello di garantire un confronto stabile con Regioni ed enti locali nei territori che ospitano gli stabilimenti, fa sapere il Mimit in una nota.
Gli incontri, ai quali prenderanno parte i rappresentanti delle Regioni, dei Comuni e dei Ministeri competenti, si terranno secondo il seguente calendario: giovedì 4 dicembre, alle ore 9, con le istituzioni piemontesi (Regione, Comuni di Novi Ligure e Racconigi); venerdì 5 dicembre, alle ore 10, con quelle liguri (Regione e Comune di Genova); venerdì 5 dicembre, alle ore 12, con quelle pugliesi (Regione, Comuni di Taranto e Statte).
A conclusione di questo ciclo di confronti è previsto, per la settimana successiva, un momento di confronto unitario alla presenza dei rappresentanti di tutte le istituzioni locali coinvolte.