Tutto pronto per il ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro l’ultima Autorizzazione Integrata Ambientale (in sigla Aia) per l’ex Ilva. Oltre all’ associazione “Genitori per Taranto” e Peacelink si aggiunge anche l’associazione “Liberi Pensanti”. Non è tutto, nel team dei legali che cureranno il ricorso davanti al Tribunale Amministrativo, ci saranno gli avvocati Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amenduni, già impegnati nell’azione inibitoria presentata, a suo tempo, al Tribunale di Milano che portò alla bocciatura della precedente Aia da parte della Corte di giustizia Europea perchè non rispettava i parametri ambientali (bonifiche, decarbonizzazione).
Che cosa prevede l’Aia
In pratica la nuova Aia stabilisce un limite di produzione di sei milioni di tonnellate annue di acciaio per un periodo di 12 anni. L’autorizzazione include anche ben 470 prescrizioni per migliorare l’impatto ambientale dell’impianto e garantire il rispetto delle normative sanitarie e ambientali. Secondo fonti dell’Istituto Superiore della Sanità è temporanea. Di certo contro di essa si è pronti, come pure annunciato, al ricorso. Al momento non si sa ancora se il tribunale di Milano rimetterà la causa sul ruolo per instaurare il contraddittorio sulla nuova autorizzazione. L’avvocato Amenduni precisa: «Se ciò accadrà noi chiederemo la disapplicazione del decreto emanato, perché la nuova Aia non rispetta i dettami della corte Europea, limitandosi, a prospettare un mero programma di decarbonizzazione, mentre la Corte ha prescritto la sospensione dell’esercizio in assenza del contestuale rispetto dei parametri fissati, tra cui quello della valutazione del danno sanitario in via preventiva e rispetto ad ogni tipo di sostanza tossica emessa o emittibile dalla produzione».
L’obiettivo
Ed è questo requisito su cui sono pronti a fare ricorso il team di avvocati. Perché è ciò che manca alla nuova Aia. L’obiettivo? «Noi, cioè Rizzo Striano ed io, – continua Amenduni – insisteremo nella richiesta di chiusura ovvero di sospensione dell’attività dell’ex Ilva previa disapplicazione dell’Aia emessa».
La storia
Ripercorrendo la storia degli anni scorsi va ricordato che nel 2021 il ricorso contro l’Aia è stato promosso come class action inibitoria per conto di vari cittadini di Taranto, tra cui l’associazione dei Genitori Tarantini, che ha messo insieme alcune famiglie con figli con disabilità, tra questi un bimbo affetto da una rara mutazione genetica riconducibile ad emissioni tossiche. «Persone con interessi omogenei cioè del diritto alla salute e alla salubrità ambientale in quanto residenti a Taranto», continua Amenduni. Ad oggi c’è dunque attesa «sugli eventi giudiziari in questo che definirei un triello tra ex Ilva,ovvero governo, le esigenze della produzione e le associazioni di tarantini ovvero i tutori del diritto alla giustizia ambientale per Taranto», continua Amenduni e tutto è nelle mani dei giudici milanesi «vero ago della bilancia», conclude il legale.