È impietoso il giudizio del senatore Mario Turco, vice presidente del M5s sull’ultimo decreto in discussione in Consiglio dei ministri per l’ex Ilva con cui si dà l’addio all’idrogeno verde e si stanziano altri 200 milioni per la prosecuzione produttiva e le manutenzioni.
«Il governo Meloni cancella definitivamente la riconversione ecologica dello stabilimento di Taranto e condanna la città a un futuro fatto di fossili, inquinamento e precarietà. Scompare ogni prospettiva di sostenibilità ambientale e industriale», dice Turco.
Il cambio di rotta
Come detto si dice addio alle fonti rinnovabili per alimentare la produzione di ferro preridotto per i forni elettrici in favore del gas. «Una resa culturale, industriale e politica, in totale contraddizione con gli impegni assunti verso Taranto, l’Europa e le generazioni future», dice Turco, che aggiunge: «cassa integrazione fino al 2027 e un impianto da un miliardo che non è mai stato costruito, nonostante gli impegni del Pnrr e intanto i lavoratori e i cittadini aspettano da anni risposte che non arrivano».
Secondo Turco, anche la previsione che la società pubblica possa selezionare direttamente un socio privato, senza più passare da gare, segna «un indebolimento gravissimo delle garanzie di trasparenza e legalità». «Questo non è sviluppo, è gestione opaca della crisi, pagata con soldi pubblici e vite sospese. Serve un piano vero di riconversione green, innovazione industriale, bonifiche e salute», conclude il senatore.
