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Ex Ilva, trattativa con il fondo statunitense Flacks: restano i dubbi dei sindacati

Dai comitati di sorveglianza di Ilva e Acciaierie d’Italia, le due società decotte, rispettivamente proprietaria e gestore degli impianti siderurgici ex Ilva, arriva il semaforo verde a trattare col fondo di investimento americano Flacks Group per la cessione dell'intero gruppo ex Ilva ad un euro. L’offerta, in base al piano industriale presentato, è al momento…
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Dai comitati di sorveglianza di Ilva e Acciaierie d’Italia, le due società decotte, rispettivamente proprietaria e gestore degli impianti siderurgici ex Ilva, arriva il semaforo verde a trattare col fondo di investimento americano Flacks Group per la cessione dell’intero gruppo ex Ilva ad un euro. L’offerta, in base al piano industriale presentato, è al momento ritenuta migliore rispetto all’altro fondo americano, Bedrock. Il negoziato, nelle mani del ministro delle imprese Adolfo Urso, ora andrà ed è destinato ad essere chiuso nei prossimi mesi.

Nel piano di Flacks ci sono 5 miliardi di investimenti, una produzione di 4 milioni di tonnellate di acciaio, 8.500 dipendenti (con proiezione a 10mila), presenza dello Stato al 40 per cento nella nuova società e impegno a riacquistare nel giro di qualche anno la quota statale pagandola tra 500 milioni e un miliardo. E dopo che la procura ha negato per la seconda volta il dissequestro dell’altoforno 1, sotto chiave dopo il maxi incendio di maggio scorso, l’azienda si prepara ad impugnare davanti al giudice.

Le reazioni

«Prendiamo atto – dice Valerio D’Alò, segretario nazionale di Fim Cis – ma a noi non interessa il nome del soggetto che inizierà la trattativa esclusiva quanto piuttosto che in questa procedura siano coinvolti i lavoratori, per non commettere gli errori del passato. Col governo voglia ragionare di rilancio produttivo, decarbonizzazione, occupazione di tutti i lavoratori, degli ex Ilva in As e dell’appalto», dice D’Alò. Esprime grande preoccupazione il leader della Uilm Rocco Palombella.

«È stata scelta l’unica proposta concreta e si tratta di un fondo di investimento senza alcuna solidità ed esperienza industriale. Avevamo chiesto un incontro urgente a Giorgia Meloni. Noi non tollereremo la presentazione di pacchi preconfezionati, da prendere o lasciare. Vogliamo negoziare il piano industriale, gli investimenti ambientali e tecnologici, i livelli occupazionali, il ruolo dello Stato e le garanzie per i lavoratori e le comunità interessate». Per Loris Scarpa, di Fiom Cigil, è «inaccettabile la trattativa con fondi speculativi alle spalle dei lavoratori».

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