Il tavolo di confronto con i sindacati sull’ex Ilva, che si è svolto stamattina a Palazzo Chigi, è stato rinviato a lunedì prossimo nella sede del Ministero del Lavoro.
Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo in question time alla Camera dei Deputati, sottolineando che al tavolo di oggi «abbiamo prospettato quali possono essere le conseguenze sull’occupazione e sulla cig».
Alla Camera, però, Urso è tornato a ribadire che «la decisione della Procura di Taranto [che ha sequestrato l’Altoforno 1 dove, nei giorni scorsi, è scoppiato un incendio, ndr] mette a rischio il processo di riconversione ambientale del sito di Taranto. Sia per la sostenibilità economica dello stabilimento, sia per il negoziato in corso con le aziende che hanno partecipato alla procedura di gara che si ritrovano condizioni diverse rispetto a quelle contrattate, sia soprattutto per i rilevanti impatti occupazionali diretti e indiretti».
Urso ha poi garantito che «il governo intende perseguire tutte le strade possibili per garantire la ripresa produttiva del sito siderurgico in un percorso di piena decarbonizzazione attraverso 3 forni elettrici».
Uliano (Fim-Cisl): «Servono finanziamenti»
L’incontro sull’ex Ilva a Palazzo Chigi «è stato sospeso anche perché i punti che abbiamo posto sono una precondizione per avere l’ossigeno per continuare l’attività produttiva», afferma il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, al termine dell’incontro.
«Il negoziato con Baku non è in fase di approfondimento perché mancano le condizioni dell’autorizzazione integrata ambientale, mancano le informazioni rispetto a tutto il tema del rigassificatore, del costo dell’energia. Elementi che servono anche al soggetto privato», ha spiegato Uliano.
L’aspetto finanziario, ha aggiunto, «non è stato quantificato». Ma «il tema non è arrivare a Baku, il tema è che non ci arriviamo a Baku se non c’è l’elemento finanziario che vada oltre giugno e ci traghetti almeno a dicembre».
Alla domanda se i sindacati stiano valutando nuovi scioperi, «valuteremo quando ci convocheranno lunedì se dare una risposta in termini di lotta se insoddisfatti o se riusciremo a trovare la quadratura del cerchio», risponde.