Nei giorni scorsi l’azienda Acciaierie d’Italia ha inviato ai sindacati la proposta di cassa integrazione per 3mila addetti, 2.500 dei quali nel sito produttivo di Taranto per adeguare la forza lavoro all’attuale produzione, ridotta per il numero di altoforni attualmente in funzione.
Oggi i sindacati dei metalmeccanici hanno incontrato, a Roma, Confindustria. Si è parlato di produzione e cassa integrazione.
«L’incontro è servito perché abbiamo fatto chiarezza su come andrà il 2022: è un anno di investimento, di ripresa dell’attività produttiva. Questa per noi è già una buona notizia che però non deve rimanere sulla carta. L’azienda passa da 4 a 5,5 milioni di tonnellate. Questo significa che bisogna fare più acciaio e meno cassa integrazione. L’azienda ci ha garantito che non ci saranno esuberi in questa cassa integrazione. Chiediamo all’azienda di ridurre il numero delle persone in cassa integrazione. Non è pensabile che l’azienda aumenta del 40% la produzione, e che questo non abbia degli effetti sull’occupazione. Ci deve essere una svolta», ha commentato Roberto Benaglia di Fim Cisl al termine dell’incontro.
