Sale la tensione tra sindacati metalmeccanici, governo e azienda nella complessa vertenza dell’ex Ilva. Mentre i commissari governativi di Acciaierie d’Italia, la seconda società decotta che finisce in amministrazione straordinaria mentre cerca di portare avanti gli impianti, chiedono di alzare a quota 4450 il numero di operai in cassa integrazione, di cui 3800 a Taranto (attualmente in tutto sono 3mila), i sindacati confederali rispondono chiedendo il rispetto della clausola di salvaguardia occupazionale. Rispolverano, in sostanza, una parte dell’accordo sottoscritto col governo Conte nel 2018. Dopo che gli impianti erano stati ceduti ad ArcelorMittal, circa 1600 addetti finirono in esubero e furono messi in cassa integrazione in quota ex Ilva. All’epoca si stabilì che col tempo quei lavoratori sarebbero stati riassorbiti al massimo entro il 30 settembre.
Lo scenario
Una cambiale, di cui in molti si erano forse dimenticati, che ora i sindacati chiedono di riscuotere e che getta ancora più confusione tra i numeri. Oggi i sindacati nazionali si sarebbero dovuti incontrare di nuovo al ministero del Lavoro per discutere della nuova richiesta di ricorso massiccio alla cassa integrazione straordinaria, ma l’incontro è stato posticipato al 29. Il 26 notte, intanto, scade il bando per le manifestazioni di interesse a rilevare il compendio aziendale. Per l’intero gruppo, dopo l’abbandono degli azeri di Baku steel, sono rimasti gli americani di Bedrock e gli indiani di Jindal. Altre aziende italiane, tra cui Marcegaglia, invece sono disposte a rilevare gli impianti più piccoli del Nord, le aree di lavorazione a freddo di Genova, Racconigi e Novi Ligure.
L’appello
I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, chiedono a Palazzo Chigi un confronto sulla situazione di emergenza del siderurgico e per discutere del futuro di fabbrica ed operai. Ieri hanno inviato una lettera ai commissari straordinari di Ilva in amministrazione straordinaria e Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria per richiamare l’attenzione sull’imminente scadenza del termine ultimo per l’applicazione della clausola di salvaguardia occupazionale contenuta nell’accordo del 6 settembre 2018.
La clausola prevede come detto l’assunzione, da parte di Acciaierie d’Italia in As di tutti gli ex Ilva in As rimasti per anni in cassa. Secondo i sindacati quell’accordo è ancora valido. In caso di mancato rispetto degli impegni, Fim, Fiom e Uilm si riservano di intraprendere tutte le iniziative necessarie a tutela dei lavoratori e dell’occupazione.