I sindacati metalmeccanici ieri si sono autoconvocati in galleria Sordi a Roma per ricordare che gli impianti del gruppo ex Ilva rischiano di chiudere. «Adesso parlano i lavoratori, il futuro vogliamo deciderlo noi, lottiamo per un intervento pubblico che sia garante della transizione», era scritto su uno striscione. Poco dopo sono stati ricevuti a Palazzo Chigi dal capo di Gabinetto della presidenza del Consiglio Gaetano Caputi, dal segretario generale Carlo Deodato e dal consigliere della presidente Meloni per le relazioni con le parti sociali, Stefano Caldoro.
«L’incontro è iniziato male – ha raccontato Loris Scarpa di Fiom Cgil – perché ogni volta siamo noi che dobbiamo raccontare la situazione del siderurgico, mai che siano loro a dirci come stanno le cose. Abbiamo ribadito che siamo contrari a tagli di personale o provvedimenti tampone. L’azienda è già in condizioni di assoluta gravità». Sulla cassa integrazione, Scarpa ha ribadito che il governo ha rotto in maniera unilaterale il rapporto di dialogo che si era instaurato coi sindacati in due anni.
«Ora servono risposte operative e concrete. Sulla gestione pubblica il governo ha un approccio ideologico ma abbiamo spiegato chiaramente che non c’è norma europea che dice che lo Stato non può intervenire. Se l’acciaio è strategico, la gestione pubblica ci può essere».
Quale piano per ex Ilva
Valerio D’Alò, leader di Fim Cisl, resta convinto che c’è un solo piano: «quello di commissari e governo che prevede tre forni a Taranto e uno a Genova, quattro impianti di preriduzione del ferro. Su questo piano vanno costruite le basi perché questi impianti così come sono non sono appetibili, serve l’intervento pubblico per rilanciarli, non solo per tenerli accesi».
Per Rocco Palombella, della Uilm, «su ex Ilva sono in gioco lavoro, dignità e futuro. Non ci arrenderemo, il governo deve fare la sua parte o sarà chiusura. Non ci arrendiamo. Lottiamo per il lavoro, per il rispetto dell’ambiente, per una transizione giusta, passaggio necessario verso un lavoro più sostenibile e dignitoso. Il nostro obiettivo è salvaguardare migliaia di posti di lavoro», ha ribadito Palombella.









