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Ex Ilva, si accende la sfida sindacati-governo: «Palazzo Chigi ci deve ricevere»

Dalla manifestazione per il lavoro, organizzata dalla Cgil a Roma, rimbalzano le proteste contro il governo sul dossier ex Ilva. «Palazzo Chigi deve avere rispetto, - attacca Michele De Palma, segretario della Fiom - spostare senza neanche una telefonata e senza alcuna ragione l'incontro che chiediamo da mesi, è inaccettabile. Noi il 28 ottobre andremo…
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Dalla manifestazione per il lavoro, organizzata dalla Cgil a Roma, rimbalzano le proteste contro il governo sul dossier ex Ilva. «Palazzo Chigi deve avere rispetto, – attacca Michele De Palma, segretario della Fiom – spostare senza neanche una telefonata e senza alcuna ragione l’incontro che chiediamo da mesi, è inaccettabile. Noi il 28 ottobre andremo lo stesso a Palazzo Chigi. Vogliamo una parola definitiva sulla soluzione dei problemi del siderurgico, che peggiora drammaticamente».

Rivolgendosi, poi, al ministro delle Imprese Adolfo Urso, De Palma dice: «Ha fatto tanti annunci ma se continua così sarà lui a chiudere la fabbrica. Noi stiamo impendendo la chiusura, vogliamo salvaguardare lavoratori e transizione e per capire se le risorse sono confermate nella Manovra, in favore del lavoro e dei cittadini, vogliamo risposte dal governo».

Il sito tarantino

E dopo che è stato presentato ufficialmente, da una società di nome Gnl Taranto, il progetto di costruzione nell’area del porto di un rigassificatore da 12 miliardi di metri cubi all’anno, fiocanno le proteste. Rosa D’Amato di Avs è pronta a dare battaglia proponendo osservazioni contro la procedura ministeriale in corso. «Si tratta – dice – dell’ennesimo progetto ad alto rischio per ambiente e salute». Per l’ex europarlamentare «un impianto di rigassificazione comporta attività di stoccaggio e movimentazione di gas naturale liquefatto (Gnl) a bassissime temperature, con potenziali impatti sull’ecosistema marino e costiero. Le operazioni di carico e scarico, così come le emissioni diffuse e le possibili perdite di gas, costituiscono fattori di rischio per l’aria, l’acqua e la biodiversità del Mar Grande e del Mar Piccolo».

C’è poi il rischio concreto di incidente rilevante. «Un guasto potrebbe generare scenari di emergenza con conseguenze devastanti per la popolazione, soprattutto in un’area densamente abitata e già fortemente industrializzata come quella di Taranto», dove «il quadro sanitario è compromesso, con tassi di incidenza e mortalità per patologie correlate all’inquinamento superiori alla media nazionale».

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