Si riavvia l’altoforno 1. Riparte. L’obiettivo è farlo per riattivare poi il 2. I lavori di manutenzione sono terminati e sono stati resi necessari per il fermo del gasometro. Ecco che cosa specifica la direzione dell’Ex Ilva. La 2 è alimentata proprio da questo gasometro.
Una volta riaccesa ripartirà la colata all’altoforno 4. «All’inizio delle attività previste per il gasometro (che avranno luogo lunedì 2 giugno) verrà fermata acciaieria 2 nella giornata di domenica 1», chiarisce la direzione: «Le attività di manutenzione sono state fatte antecedentemente alla ripartenza». Un segno che i motori sono accesi, si torna a produrre. Un passo alla volta.
La denuncia di Veraleaks
Ieri Luciano Manna di Veraleaks in un video sui social ha affermato di aver saputo che molti operai si sono rifiutati di lavorarci in Acciaieria 1 perché c’è una perdita d’acqua nel convertitore. Ed è un rischio per la salute degli operai, ma anche per la fabbrica stessa. Potrebbe succedere un altro incidente. In questi giorni l’ex Ilva era completamente spenta.
Le parole del ministro
Intanto ieri a Napoli, per la seconda giornata del XXI Congresso nazionale Fim-Cisl, il ministro Urso ha specificato che la trattativa con Baku va avanti, nonostante tutto. Anche se il negoziato potrebbe prolungarsi fino a dicembre e a chi gli ha chiesto se ci sono i soldi fino a fine anno ha risposto: «Dipende dall’Europa».
«Collaboriamo»
L’approccio del ministro è anche quello della collaborazione, di arrivare ad una sorta di accordo bipartisan, tant’è che ieri a Napoli rivolgendosi a Gentiloni ha detto: «Il Pd mi dia una risposta sul rigassificatore».
L’Aia sostenibile
Intanto una delle condizioni principali per la possibile acquirente azero è la nave rigassificatrice perché, senza gas non c’è acciaio green: è condizione preliminare, fondamentale e Urso ieri lo ha ribadito aggiungendo: «Abbiamo detto, se siete d’accordo che arrivi una nave rigassificatrice e approdi al porto di Taranto – prosegue Urso – lo si può raggiungere con responsabilità attraverso un accordo di programma, che la legge permette di fare, con tutti gli attori – Regione, Comune, Provincia ove necessario e autorità portuali – che deve poi essere realizzato nelle prossimi venti giorni, per consentirci di fare sulla base di quell’accordo di programma un’Aia sostenibile».
E riguardo alla paventata nazionalizzazione, alla quale Salvini si è detto disponibile e pronto Urso afferma: «Io non ho pregiudizi. Talvolta è necessario lo Stato, talvolta i privati. Ma in Europa e in Italia le regole della produzione valgono sia se il capitale è pubblico, sia se il capitale è privato, sia se il capitale privato è straniero.
Cosa voglio dire? Che l’Aia serve comunque, che il gas serve comunque. Non è che la nazionalizzazione o la statalizzazione dello stabilimento ti consente di fare quello che vuoi, senza un’Aia che rispetti la salute o l’ambiente, o che possa prescindere dal gas». E poi ha specificato «prima mi dovete rispondere se siete d’accordo all’accordo di programma che prevede la nave rigassificatrice».