«È legittimo che un uomo normale (perché i sindaci sono uomini normali) possa anche dire “Non posso sostenere un peso del genere“». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a proposito delle dimissioni del primo cittadino di Taranto, Piero Bitetti, protocollate dopo un acceso confronto sull’ex Ilva con associazioni e cittadini, durante il quale il sindaco sarebbe anche stato minacciato.
Il governatore pugliese torna dunque a parlare del siderurgico e lo fa dai microfoni della trasmissione “Radio Anch’io” di Rai Radio 1 partendo proprio dalla situazione politica nel capoluogo ionico.
«Non so se le dimissioni del sindaco Bitetti possano rientrare – afferma -, ma è chiaro che se deve risolvere un problema a tutti i partiti dell’opposizione, al Governo e si deve confrontare fisicamente, senza neanche le giuste tutele da parte delle forze dell’ordine, con un gruppo di persone che soffre nella propria carne un dolore non gestibile da nessuno, è legittimo che un uomo normale (perché i sindaci sono uomini normali) possa anche dire “Non posso sostenere un peso del genere”».
«La decarbonizzazione è comune al centrosinistra e al centrodestra»
Quella di Taranto, prosegue il presidente della Regione Puglia, «è una storia lunga. È una vicenda iniziata quando si pensava che l’acciaio potesse essere fatto solo con i forni a ciclo integrale, cioè quelli a carbone». Tra il 2015 e il 2016, ricorda il governatore, la Puglia «cominciò a parlare di decarbonizzazione per trovare una conciliazione tra lavoro e salute».
Per anni, poi, «siamo rimasti schiacciati – prosegue Emiliano – tra chi, anche nel mio partito, non solo nel centrodestra, riteneva che la decarbonizzazione non fosse possibile. Viceversa, a partire dal 2019, sia il Pd, sia (dobbiamo prenderne atto) il centrodestra, hanno accolto l’idea che la decarbonizzazione degli impianti di Taranto fosse l’unica strada per trovare questa conciliazione. Persino il sindacato – aggiunge – in passato non era d’accordo, perché la decarbonizzazione porta a degli esuberi teorici che vanno recuperati con altre strategie, mentre adesso anche il sindacato è d’accordo».
Il governatore ricorda che «è stato un lavoro sfiancante, passato per insulti, parolacce, minacce. C’è infatti legittimamente un gruppo consistente di tarantini che odia la fabbrica, perché gli ha portato dei lutti. È un odio legittimo, che ne vuole la chiusura come un’ecatombe, come una sorta di rito di purificazione. Lo capisco anche, però è evidente che chi deve prendere decisioni debba tenere conto della necessità di uscire da questa vicenda cercando di dare a tutti il giusto indirizzo. E oggi la decarbonizzazione è comune al centrosinistra e al centrodestra».
«Silenzio inopportuno da Verdi e Movimento 5 stelle»
Emiliano non risparmia, infine, una stoccata agli “alleati” del centrosinisitra: «Noi abbiamo il Partito democratico che onestamente, sia pure con molta cautela per non creare interferenze con gli altri partiti dell’opposizione, ci sostiene: sta sostenendo gli enti locali, il sindaco di Taranto, me e il presidente della Provincia», afferma, ma «allo stesso tempo, c’è un silenzio direi inopportuno da parte dei Verdi e del Movimento 5 stelle».
Proprio i pentastellati, ricorda ancora il governatore pugliese, erano «al governo con Draghi, che ha finanziato i forni con tecnologia Dri per la prima volta con il Pnrr».
La questione della nave rigassificatrice
Emiliano prosegue sottolineando che «ci siamo bloccati sulla questione della nave, che non è un impianto inquinante, né complicato. Certo, è pericoloso come tutti gli impianti che gestiscono il gas, ma anche questo totem è stato superato, perché l’approfondimento tecnico che abbiamo fatto ci consentirebbe nel tempo di far arrivare il gas necessario alla completa decarbonizzazione. Parliamo di un processo che dura minimo 7 o 8 anni, è come se volessimo eliminare i motori diesel, non si fa dall’oggi al domani come qualcuno potrebbe pretendere, chiudendo l’impianto inquinante e buttando così a mare la fabbrica per poi fare la decarbonizzazione su un cadavere già raffreddato».