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Ex Ilva, oggi Urso svela i piani per il futuro: faccia a faccia con i sindacati

È il giorno dell’ex Ilva. Oggi il governo, in testa il ministro delle Imprese Adolfo Urso, riferirà ai sindacati metalmeccanici dello stato dei negoziati con fondi e imprese che hanno manifestato interesse ad acquisire gli impianti e dei progetti sul futuro del siderurgico, dai forni elettrici agli impianti di preriduzione di ferro, che la città…
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È il giorno dell’ex Ilva. Oggi il governo, in testa il ministro delle Imprese Adolfo Urso, riferirà ai sindacati metalmeccanici dello stato dei negoziati con fondi e imprese che hanno manifestato interesse ad acquisire gli impianti e dei progetti sul futuro del siderurgico, dai forni elettrici agli impianti di preriduzione di ferro, che la città per la verità ha già bocciato e respinto. Intanto dal governo arrivano 97 milioni, un terzo delle risorse nazionali, per la bonifica dei siti industriali.

Le associazioni ambientaliste, Wwf, Legambiente e Greenpeace, tornano a chiedere alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di «superare l’atteggiamento passivo e attendista finora adottato e presentare al Paese un vero e proprio piano industriale ed economico per l’ex Ilva completo di governance e risorse per la decarbonizzazione, per garantire salute di chi lavora e vive a Taranto». Sindacati e opposizione chiedono da tempo di nazionalizzare la fabbrica, anche «temporaneamente», ha detto l’altro giorno la leader dem Elly Schlein a Taranto. Urso ha risposto che non è possibile, perché non previsto dalla costituzione. Molto probabilmente lo Stato interverrà.

Le risorse

Parla di «riconoscimento storico» il commissario Vito Felice Uricchio dopo la firma dell’Accordo per la Coesione che destina a Taranto una quota record delle risorse nazionali per la tutela ambientale. «Un atto di riconoscimento delle complesse e decennali criticità ambientali del territorio. Per la prima volta – ha concluso Uricchio – questi interventi dispongono di una solida copertura finanziaria che consentirà di avviare e completare opere essenziali per la salute pubblica e l’ambiente».

Da ieri notte, per manutenzione, l’unico altoforno in funzione, il numero 4, sarà fermato per 48 ore. La produzione arranca, la cassa integrazione tocca le 4.500 unità, la gara sembra essere al palo, i rapporti con le tute blu iniziano ad inasprirsi, il futuro è nebuloso. Sul futuro del siderurgico, non tutti sono ottimisti come il ministro Urso. Per il numero uno di Federacciai Antonio Gozzi, «l’ex Ilva è ai titoli di coda».

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